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PAVIA VOGHERA 24/04/2020: Fare i vigili del fuoco al tempo del coronavirus. Intervista al coordinatore provinciale per i pompieri della Fp Cgil Pavia

Aprile 24
13:31 2020

PAVIA VOGHERA– Pubblichiamo l’intervista fatta dal sindacato Cgil a Davide Cerilli, coordinatore provinciale per i Vigili del Fuoco della Fp Cgil.

Davide Cerilli viene sentito appena smontato dal turno.

“Da quando è scoppiata la pandemia Covid-19, la nostra turnazione è 12-72 e non più 12-24 o 12-48. Facciamo turni sulle 24 ore – spiega il sindacalista -. Io ho iniziato ieri mattina alle 8 e smontato questa mattina alle 8, riprenderò tra tre giorni.”

Come va con le misure a vostra sicurezza? “Devo dire che l’Amministrazione centrale abbastanza in fretta ha emanato circolari e norme procedurali, circa cinque a settimana, a oggi, per individuare i comportamenti più idonei da tenere dentro le sedi e durante gli interventi di soccorso con lo scopo di cercare di diminuire il rischio di contagio da Covid-19.

Le indicazioni date dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state tutte recepite e adeguate alla nostra realtà”.

Le difficoltà maggiori per Cerilli sono quelle legate al necessario distanziamento.

“Il nostro è un lavoro di squadra, lavoriamo spalla a spalla, nelle sedi, sui mezzi, facendo formazione. Nel territorio pavese abbiamo 4 sedi, una centrale, nel capoluogo, e tre distaccamenti: a Vigevano, Voghera, Broni. Nella sede centrale il turno è svolto da 15 unità, nei distaccamenti da 5 a 7. Sempre per cercare di contrastare il rischio di contagio, in concomitanza con la nuova turnazione, l’Amministrazione ha dato indicazione di ridurre al minimo le unità presenti nelle sedi di servizio (12 unità in sede centrale), pur mantenendo lo stesso livello di operatività. La formazione quotidiana, indirizzata al mantenimento operativo, è stata molto ridotta, come è stata sospesa quella diretta all’acquisizione dei brevetti e delle specialità. Per noi i momenti formativi sono importanti: oltre che per la preparazione professionale sono momenti per l’accrescimento della capacità di aggregazione”.

Oltre alla turnazione, com’è cambiato con l’epidemia il vostro lavoro?

“Sono diminuiti gli interventi di soccorso ordinari. Ridotte le attività, c’è meno gente in giro, quindi anche meno incidenti stradali, meno incidenti nelle industrie, sono diminuiti anche gli interventi indirizzati al soccorso di persone in difficoltà in luoghi impervi. Se è diminuita la mole di lavoro, sono cambiate le procedure di approccio agli interventi diventando più complesse. Ad esempio, abbiamo avuto l’indicazione di alzare il livello di protezione dei Dpi, soprattutto per quelli a salvaguardia delle vie respiratorie e, in generale, per quelli destinati alla protezione in una possibile situazione di contagio”.

E come va, quindi, con i dispositivi di protezione individuale?

“L’Amministrazione si è impegnata per fornirli. Tieni conto che noi vigili del fuoco, dovendo comunque da sempre essere pronti in caso di pericolosità da agenti chimici e biologici (come è appunto il coronavirus) abbiamo già una certa preparazione e mascherine ffp2 e ffp3 erano già in magazzino. Ora ne stanno fornendo in numero sufficiente e sono state introdotte anche quelle chirurgiche, per lavorare nelle sedi di servizio o quando stiamo sui mezzi, dove siamo in 5. Viene fatta la sanificazione agli ambienti e alle attrezzature, al rientro da ogni intervento”.

Avete avuto lavoratori contagiati?

“Nella nostra provincia solo una persona conclamata, con altre 4 sotto osservazione e a cui vengono fatti i tamponi perché venute a contatto con persone positive o con sintomi. A livello lombardo so che all’inizio dell’epidemia sono rimasti interessati dal virus 311 lavoratori, circa 45 sicuramente Covid+, gli altri messi in quarantena. In questi giorni – aggiunge il coordinatore – è arrivata una norma che chi è conclamato Covid può richiedere la causa di servizio. La nostra assicurazione, in questo caso, prevede una diaria giornaliera, come se fossimo ricoverati in ospedale. Ma, come saprai, un nostro obiettivo sindacale è ottenere, vista l’attività rischiosa che facciamo – a prescindere dall’emergenza sanitaria attuale – l’assicurazione Inail. Abbiamo buoni segnali in merito, auspichiamo che questa partita si chiuda in modo giusto per noi”.

Tornando al lavoro, hai qualche caso da raccontare?

“Da metà febbraio – poi vedremo invece con la fase 2 – sono aumentati gli interventi di soccorso a persona, ad esempio per malori avuti in casa. Il 118 ci avverte e noi interveniamo su appartamenti chiusi, aprendo porte o finestre, per poter fare accedere il personale del soccorso sanitario. Sono aumentati anche gli interventi a persone affette da Covid”.

Come fate a saperlo che lo hanno contratto?

“Ci vengono dati degli elenchi con le persone contagiate o sospette tali. In questi casi ci proteggiamo con tute speciali (Ndcr, categoria 3, tipo 3 o 4) e maschere ffp3 o a filtro. Importante è poi la svestizione, dobbiamo stare molto attenti a non contaminarci”.

Altro?

“Mi mancano molto i tanti momenti di comunità, a partire dalla formazione. Noi siamo un Corpo davvero sociale. Su altri piani, come per tanti altri lavoratori, nei giorni di fermo a casa è stata data indicazione di smaltire le ferie 2019 e le ore di recupero. Le indennità accessorie legate alla presenza: si spera, grazie all’intervento delle organizzazioni sindacali, vengano in qualche modo reintegrate”.

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