PAVIA 02/04/2020: Provincia prima in smart working. L’elogio della Cgil. Ma ora servono i pc portatili
PAVIA – La Provincia di Pavia in anticipo rispetto ad altre amministrazioni sui tempi dello smart working, ha avuto l’elogio del sindacato.
“Tanto di cappello, viste le difficoltà cui sono andati incontro questi enti pubblici dopo la riforma Delrio – dichiara Stefania De Biase, delegata Fp Cgil e componente della Rsu dell’ente -. Una ventina di dipendenti hanno sperimentato il lavoro agile da tempo, prima del Coronavirus. Ora siamo in 200, mentre una 40tina operano in sede in quanto addetti ad attività indifferibili”.
Proprio la Rsu, scrivendo ai vertici di Piazza Italia, ha ricordato che “l’Amministrazione provinciale sin dal 2013 ha avuto la lungimiranza di promuovere, prima in via sperimentale e successivamente come modalità ordinaria, nuove forme di lavoro inizialmente con la regolamentazione e l’applicazione dell’istituto del telelavoro e successivamente con l’istituto dello smart working. La scelta della sperimentazione dell’istituto dello smart working è stata dettata dall’opportunità di esser stati scelti, con altri quindici enti, a far parte di un progetto promosso dalla Camera dei Deputati a livello nazionale”.
La Rsu elogia Piazza Italia ma chiede anche uno sforzo in più.
“Scoppiata l’epidemia, la Provincia si è trovata spiazzata rispetto alla strumentazione da fornire alle lavoratrici e ai lavoratori per farli operare da remoto, per cui tra quelli oggi in telelavoro o lavoro agile c’è chi ha provveduto di tasca propria ad acquistare i pc. Ora chiediamo al nostro ente lungimiranza, procedendo alla sostituzione dei pc fissi con quelli portatili, anche qualora mancassero i finanziamenti statali. Questo porterebbe due vantaggi: un risparmio per l’amministrazione e l’accesso in modalità agile anche per quei dipendenti che, pur avendo i requisiti, per difficoltà economiche non possono permettersi di comprare pc”.
Insomma, portatili per tutti, ma non solo.
“Prima ancora dell’oggetto in quanto tale – spiega ancora la Cgil – è la modalità lavorativa che va prevista a monte, e la chiediamo anche per chi sarà assunto con i futuri concorsi. Ma abbiamo bisogno anche di informatici, sono pochi gli attuali, per cui va modificato il piano triennale dei fabbisogni di personale”.
La Cgil oltre a ciò ha chiesto anche di superare il telelavoro, con una postazione fissa fuori dal proprio ufficio e una programmazione oraria più vincolante,
“Le attività potrebbero essere organizzate anche per fasi, cicli, obiettivi. Puntiamo a coinvolgere tutto il personale, senza distinguere tra inquadramento, categoria, tipologia di rapporto di lavoro, come prevede peraltro la normativa. Perciò chiediamo, intanto, che venga aumentata di molto la percentuale di personale previsto dal “Piano triennale dell’utilizzo del telelavoro e del lavoro agile’”, conclude la Cgil.
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