SALICE TERME 15/01/2020: Le Terme sempre più in basso. Deserta anche la seconda asta dopo il fallimento
SALICE TERME – Niente da fare. Le Terme di Salice non riescono a trovare qualcuno che le voglia. Nella giornata di ieri anche la seconda asta pubblica per la vendita del maxi complesso oltrepadano è andata infatti deserta. Nessuno dunque le vuole. Ieri si trattava, dopo il fallimento del febbraio 2018, della seconda chiamata, con base d’asta di 3,7 milioni ma con possibilità di discesa del prezzo sotto i 3 milioni.
Il Complesso Aziendale rimasto invenduto, include le concessioni minerarie necessarie per l’estrazione delle acque, nonché tutti i beni mobili, autorizzazioni, licenze, marchi, e un rilevante patrimonio immobiliare, che comprende lo Stabilimento termale, il Caffè Bagni, il Grand Hotel Terme, il secolare Parco di Salice, la Chiesa di S. Maria Nascente.
Quanto all’asta di ieri si è svolta senza incanto, con modalità sincrona mista, davanti al curatore fallimentare, dottor Andrea Nannoni, presso gli uffici di Executive Services Business Centres Srl di Via Vincenzo Monti n.8 a Milano.
Il prezzo base era di Euro 3.731.250. Ma erano considerate valide anche offerte presentate per valori inferiori fino ad un ¼ del prezzo base, e quindi fino ad Euro 2.798.437,50 (il rilancio minino era di 50.000 Euro).
Per capire la caduta di valore del complesso commerciale, 20 anni fa, nel dicembre 1999, lo Stato regalò al Comune le Terme valutandole circa 24 miliardi di lire. Da allora la struttura ha cominciato a perdere valore e ad accumulare debiti, passando più volte di mano, fino ad arrivare al fallimento del 2018.
L’8 ottobre 2019 la prima vendita fallimentare era andata deserta. La base d’asta era di 5 milioni di euro. Da 24 miliardi di lire si è dunque passati a 5 milioni di euro e ora a 2.8 milioni di euro… ma ancora nessuno le vuole.
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