VOGHERA 09/10/2019: La campanella della scuola ha suonato anche in carcere. Iniziate ieri le lezioni. Inaugurate anche delle nuove aule. 100 gli studenti
VOGHERA – Anche nel carcere di Voghera suona la campanella della scuola. Ieri, mercoledì 8 ottobre, si è aperto l’anno scolastico alla Casa Circondariale di Voghera. E per l’occasione sono state anche inaugurate le nuove aule e l’Aula Magna.
A tagliare il nastro, la direttrice Stefania Mussio, che, sin dal suo arrivo a capo della struttura penitenziaria di via Prati Nuovi, credendo la scuola la più importante attività di recupero di chi sta dietro le sbarre, ha investito risorse ed energie per la riqualificazione degli spazi, cominciando proprio dall’area che ospita i corsi scolastici realizzati in rete con l’IIS Maserati- Baratta e il CPIA di Voghera,
Alla casa circondariale sono presenti tre classi per l’indirizzo Geometri (1^, 2^ e 3^) e altrettante per l’indirizzo Ragionieri (1^, 4^, 5^), nonché due classi per la Licenza Media.
Dopo il taglio del nastro in Aula Magna, il direttore, il dirigente dell’Istituto Maserati-Baratta, il Comandante di Reparto e il Capo-Area Giuridico-Pedagogica, hanno dato il loro benvenuto ai circa 100 alunni e ai docenti.
«Grazie alle donazioni pervenute e al lavoro accurato delle persone detenute, è stato possibile recuperare le aule per renderle più accoglienti e adeguate alla missione educativa della scuola, vero fondamento su cui basare nuovi progetti di vita», ha detto la direttrice.
«La presenza di più etnie – ha precisato il Comandante di Reparto Michela Morello – permetterà inoltre di facilitare l’integrazione sociale e culturale per un arricchimento reciproco».
«L’obiettivo da porsi all’avvio di questo nuovo anno scolastico non sia solo il conseguimento di un titolo di studio, ma il saper cogliere quegli stimoli che portano a un autentico desiderio di apprendere» ha aggiunto l’educatrice Di Tullio.
A sua volta, il Dirigente Scolastico Filippo Dezza ha sottolineato come per le persone detenute la scuola abbia una valenza del tutto positiva, poiché non è un obbligo, ma una scelta libera e consapevole.
Una particolare parola di gratitudine il preside l’ha rivolta agli insegnanti, che con dedizione e passione svolgono il loro lavoro in un contesto difficile e complicato. Dezza ha anche incoraggiato i detenuti a cogliere tutte le positive proposte che sono rivolte loro e ad avviare un cammino di autentica ricerca.
Un ringraziamento è stato infine poi rivolto agli operatori di polizia penitenziaria, agli educatori e alle persone detenute che hanno collaborato alla realizzazione dei nuovi spazi.
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