VOGHERA 15/07/2019: Atletica nazionale. Settimana intensa per gli azzurri
VOGHERA – E’ stata una settimana intensa per l’atletica azzurra, impegnata su due fronti. A Napoli, di fronte a uno stadio semivuoto, è andata in scena l’Universiade estiva. Manifestazione che in passato ci aveva regalato già molte soddisfazioni. Come il record mondiale di Mennea nei 200 a Messico nel 1979. Edizione che vide anche la nostra 4×100 stabilire il primato europeo. Mentre a Torino nel 1970 ci fu la vittoria di Arese sui 1500 metri. E che si era svolta in Italia già in quattro precedenti occasioni (A Torino 1959 e 1970, a Roma nel 1975 e in Sicilia nel 1997). Riguardo all’atletica l’Italia presentava una valida nazionale. Selezionata ovviamente tra gli studenti universitari. E la nostra spedizione non ha deluso.
Vincendo quattro medaglie d’oro (tutte al femminile) senza medaglie di altro metallo. Erano 37 gli azzurri a Napoli, e molti di loro hanno fatto buoni risultati. Le quattro vittorie sono tutte con risultati prestigiosi. Luminosa Bogliolo ha dominato i 100 hs in 12”79. Confermando la sua regolarità su questi tempi, e grande personalità. Ayomide Folorunso ha vinto i 400 hs in 54”75. Migliorando il personale e fornendo la conferma di grande maturità agonistica. Daisy Osakue ha vinto il disco, con 61,69. Roberta Bruni si è imposta nell’asta con 4,46. Quarti posti per Iliass Aouani nei 10000 (e per questo atleta anche quinto nella maratonina) Il lombardo Perini fa con 13”46 il minimo per i mondiali e si piazza quinto in una finale di buon livello.
Quinto anche Fortunato nella 20 km. di marcia e Riccobon negli 800 metri. Oltre a Bianchetti nel peso con un buon 19,81. Sesto Cerro nel triplo e la sorprendente Maria Chiara Cascavilla. Giunta a Napoli senza un tempo significativo, si è migliorata già in batteria con 16’20. Poi in finale è stata protagonista correndo in 15’59”. Nella mezza maratona anche l’ottavo posto di Giacobazzi. In totale Italia quinta nel medagliere dell’atletica.
Che ha visto nazioni emergenti molto motivate. Come il Messico capace di vincere 400 maschili e femminili e 4×400 maschile. A Gavle i campionati europei under 23. Con tanti giovani azzurri molto promettenti. Rassegna che in passato ci ha dato molte soddisfazioni. Quest’anno è mancata la vittoria e le medaglie di pregio. Ma non i risultati interessanti. E soprattutto non sono mancate rivelazioni e delusioni. Il bilancio finale è di sette medaglie, due argenti e cinque bronzi. Ma siamo sesti nella classifica che tiene conto di tutti i finalisti. Perché abbiamo avuto anche tanti piazzati dal quarto all’ottavo posto.
Dei due argenti rilevante il peso maschile di Fabbri che lancia a 20,50. Misura che da la dimensione della sua crescita anche agonistica. Virginia Olivieri era la favorita nei 400 hs. E all’inizio del rettilineo di arrivo era nettamente davanti. Lo è rimasta fino all’ultimo ostacolo, dove ha perso coordinazione e tenuta. Venendo rimontata da una atleta belga proprio sul traguardo. Una delusione, che però servira a far crescere caratterialmente la forte atleta. Dei cinque bronzi il piu importante è nel lungo maschile. Dove Chillà ha saltato 8 metri, migliorandosi concretamente. Era persino meno quotato dell’altro lunghista azzurro Chaboum. Bronzo nel triplo con Dellavalle, che arriva a 16,95. Personale dell’atleta e minimo per i mondiali. Terza è anche Marta Zenoni sui 1500. Un atleta rivelazione, e che poi sembrava persa. Che ha ritrovato la sua giusta dimensione. Bronzo di Lopez nei 400 anche lui al personale con 46”16. Bronzo nel martello femminile con la Fantini. Deludenti le staffette, dove in passato abbiamo avuto soddisfazioni. Speravamo nella 4×400 maschile, giunta quarta e poi squalificata. Le altre tre erano tutte in finale, ma non sono mai state in zona medaglia. Quarta la giavellottista Sinigaglia, capace come Lopez e Dellavalle di migliorarsi a Gavle. Ed è questa la chiave di queste rassegne. Ci sono atleti che in Svezia han trovato lo spunto per migliorarsi. Altri sono arrivati da favoriti (come la giavellottista Zabarino o Sottile nell’alto, giunto quarto con 2,20) e poi hanno deluso. Come Barontini sugli 800, che in finale non è mai stato tra i protagonisti. In sostanza un bilancio positivo, con tanti giovani promettenti. E anche tanti che pur avendo grandi qualità tecniche, mancano del necessario supporto motivazionale.
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