VOGHERA 30/04/2019: Atletica. A Yokohama le Wolrd Relays. L’analisi di Piombo
VOGHERA – Tra qualche settimana a Yokohama in Giappone ci saranno le Wolrd Relays della Iaaf. Il campionato del mondo di staffette, di recente istituzione. A parte il titolo mondiale, è una manifestazione che serve per poter partecipare ai campionati mondiali di Doha a ottobre.
Infatti solo le squadre meglio classificate potranno disputare il mondiale. E inoltre le otto finaliste di 4×100 e 4×400 avranno il diritto di andare alle olimpiadi di Tokio 2020. Le staffette in atletica sono molte, si parte dalla 4×100 e si arriva alla 4×1 miglio. Ognuna ha la sua storia, i suoi miti e le sue particolarità. L’Italia vanta una notevole tradizione, specialmente nelle due staffette olimpiche. Anche se negli ultimi anni manchiamo di risultati significativi. Visto che l’ultimo risale al 2010 con l’argento europeo della 4×100. Mentre nella 4×400 abbiamo il recente titolo mondiale juniores vinto nel 2018. Un risultato eccezionale, perché nella staffetta del miglio non avevamo mai vinto titoli mondiali. Ma solo continentali (nel 2011 e nel 2017).
La staffetta 4×100 maschile
La gara a staffetta dove noi abbiamo la migliore tradizione è sicuramente la 4×100 maschile. Eravamo già negli anni trenta e lo siamo rimasti anche nel dopoguerra. La nostra forza non era nel valore dei singoli, ma nella capacità dei nostri tecnici di aggregare atleti con personali buoni ma non eccezionali e farli diventare una grande 4×100.
Se guardiamo alle sole olimpiadi la 4×100 azzurra dal 1932 (Los Angeles) al 2000 è praticamente sempre stata finalista. Unica eccezione Mosca 1980 dove non abbiamo partecipato ma non per ragioni tecniche (detenevamo dal settembre 1979 il record europeo con 38”54 fatto a Messico e avevamo con Caravani-Lazzer-Grazioli e Mennea un quartetto che avrebbe potuto vincere benissimo una medaglia, oltretutto senza Stati Uniti e altre nazioni forti nella velocità) ma per il boicottaggio dei militari, che ci avrebbe tolto mezza squadra.
Rilevanti, sempre alle Olimpiadi, la medaglia d’argento a Berlino 1936 e quelle di bronzo a Los Angeles 1932 e Londra 1948. Poi quarti posti nel 1956, 1960 e 1984 e quinto a Seul 1988. Brillante anche il nostro palmares nei campionati europei. Non abbiamo mai vinto ma siamo stati secondi a Roma 1974 (Oliosi-Guerini-Benedetti e Mennea) e terzi nel 1971, 1990 e 1994. Quarti posti nel 1934,1938 e 1982 e quinti nel 1954,1962, 1978 e 1986. Ai mondiali poi significativo il secondo posto a Helsinki 1983 con Pavoni-Simionato-Tilli e Mennea. Importante anche il terzo posto del 1995 a Goteborg.
Le ultime due finali mondiali della nostra 4×100 sono stante nel 2009 (sesta) e nel 2011 (quinta).
Nei giochi del Mediterraneo abbiamo poi vinto quasi tutte le edizioni, dal 1951. Uniche eccezioni il 1959 (non partecipavamo) 1975 (secondi) e 1993 (quarti). Poi sempre primi e considerato che affrontavamo la Francia, nostra storica rivale nella 4×100, le nostre 14 vittorie hanno un significato.
Va ricordato inoltre che nel 1979 abbiamo stabilito il record europeo di 38”55 con Lazzer-Caravani-Grazioli-Mennea, una delle nostre grandi 4×100 storiche.
L’argento ai mondiali di Helsinki era invece stato conquistato da Tilli-Simionato-Pavoni e Mennea.
Due atleti che hanno fatto numerose 4×100 di valore con la nazionale sono Ennio Preatoni e Sergio Ottolina, velocisti capaci in staffetta di grandi prove.
Tra la altre vittore va ricordata la Coppa Europa Bruno Zauli, che con la 4×100 ci ha visto trionfare quattro volte, a Londra nel 1983, nel 1997 a Monaco di Baviera, nel 2001 a Brema e nel 2003 a Firenze.
La staffetta 4×400
Gli inglesi, che hanno codificato l’atletica moderna (imponendo tra l’altro le loro misure assurde) dicono che il livello di un movimento atletico nazionale si vede dalla staffetta 4×400 metri. Difficile dirlo perché ci sono piccoli paesi caraibici con una buona 4×400 e senza atleti nemmeno discreti in molti concorsi. L’Italia ha avuto buone rappresentative nella staffetta del miglio, e altre molto modeste. Da considerare che in questa staffetta (al contrario della 4×100) conta molto l’aggregato, cioè la somma dei tempi dei quattro frazionisti. E contano parecchio anche gli atleti che riescono a motivarsi particolarmente. Alludo a quei 400isti che in staffetta danno sempre il massimo, e riescono a volte a fornire prestazioni decisive. Per esempio Alfonso Di Guida, Giacomo Puosi, Ernesto Nocco, Roberto Ribaud sono stati frazionisti eccellenti. Pietro Mennea ha corso diverse volte la 4×400 con la nazionale, riuscendo anche a raggiungere a Mosca 1980 la medaglia di bronzo, nostro massimo risultato olimpico. Anche se in una edizione priva di americani e di diversi quartetti importanti.
I nostri principali successi nella 4×400 sono stati la vittoria nella finale di Coppa Europa 1981 a Zagabria, il titolo europeo indoor 2009 a Torino, la medaglia di bronzo a Mosca 1980 e la medaglia di bronzo agli europei 1971 ad Helsinki. Un altro nostro successo è il titolo europeo juniores 2011 a Tallin con un quartetto che allora ci diede speranze per un rilancio della nostra staffetta del miglio. Titolo bissato a Grosseto nel 2017. E alcuni di quegli atleti hanno poi vinto, nel 2018, il titolo mondiale sempre per juniores. Il nostro massimo alloro a livello mondiale. In una stagione che ha visto anche la 4×400 assoluta tornare con 3’02”11 a risultati cronometrici validi.
In realtà abbiamo vissuto, in anni recenti, uno dei periodi più scarsi di questa specialità nella storia della nostra atletica.
La vittoria a Zagabria è stata storica, la nostra unica in Coppa Europa che ci ha visto battere tutte le grandi squadre continentali. Se pensiamo che in questa manifestazione abbiamo vinto sei volte la 4×100 (1983, 1997, 2001, 2003, 2009 e 2010) risulta evidente la sproporzione e il valore dell’impresa di Zagabria.
Nelle olimpiadi la squadra azzurra è stata finalista della 4×400 sei volte, l’ultima nel 1992. Il miglior piazzamento è il terzo posto a Mosca 1980 con Malinverni-Zuliani-Tozzi e Mennea in 3’04”3. Ma forse la nostra miglior 4×400 olimpica è stata quattro anni dopo a Los Angeles, dove giungemmo quinti ma in 3’01”44 con una squadra composta da Tozzi-Nocco-Ribaud e Mennea. Mauro Zuliani corse in semifinale e Donato Sabia nella batteria. Abbiamo poi due sesti posti nel 1924 a Parigi (con l’acquese Luigi Facelli) e nel 1992 a Barcellona (Aimar-Vaccari-Grossi e Nuti). Ai mondiali il nostro miglior piazzamento è il quinto posto a Helsinki 1983, con Malinverni-Sabia-Zuliani e Ribaud in 3’05”10. Fu una finale condizionata da molti ritiri e squalifiche. Nel 1997 invece ad Atene fummo settimi ma in 3’01”52 con Saber-Vaccari-Nuti e Mori. Nel campionato europeo abbiamo un argento nell’edizione 1950 a Bruxelles (con Armando Filiput e Antonio Siddi) e un bronzo in quella 1971 a Helsinki (con Marcello Fiasconaro quarto frazionista). Siamo stati quarti ben sei volte (1934, 1958, 1986 in una gara memorabile, 1990, 1994 e 1998) e quinti tre volte (1938, 1962 e 1969). Nei campionati europei under 23 abbiamo due medaglie, l’argento nell’edizione 2009 (con Matteo Galvan e Vistalli) e il bronzo in quella 2013. Nel 2011 abbiamo vinto il titolo europeo juniores maschile e nel 2009 con la 4×400 femminile abbiamo vinto il bronzo, sempre nell’europeo juniores. Negli ultimi anni la 4×400 femminile è stata migliore di quella maschile, e ai recenti europei di Amsterdam le ragazze hanno vinto la medaglia di bronzo. E’ una squadra valida, che conta su atlete di buon livello. Capace di andare a medaglia ancora a Glasgow negli europei indoor di questo inverno.
Quindi abbiamo avuto una storia in questa specialità, e siamo riusciti a distinguerci in passato. La speranza è nei giovani di oggi, che sembrano in possesso di qualità tali da poterci far nuovamente emozionare come a Zagabria 1981, a Stoccarda 1986, a Torino 2009.
Va precisato un fatto. Nella staffetta 4×100 l’aggregato conta relativamente. La somma dei tempi dei quattro frazionisti non sempre indica una grande staffette. I russi erano maestri nel creare grandi 4×100 con quattro centisti non eccelsi. Che però si allenavano con impegno, e ottenevano il giusto affiatamento. Perché nella 4×100 il protagonista è solo il testimone. I quattro frazionisti devono portarlo al traguardo nel minor tempo possibile. E li diventa fondamentale il meccanismo dei cambi. Ogni passaggio del testimone deve avvenire in una zona cambio di 20 metri. Ma prima di questa c’è una zona pre cambio di 10 metri. Nella quale gli atleti possono già mettersi in moto. E riuscire ad arrivare alla zona cambio lanciati. Così da non far perdere velocità, nella fase del cambio. E’ complesso il passaggio del testimone, con cambio di mano nel frazionista. E spesso in passato, staffette molto forti hanno perso la gara per squalifica causa cambio fuori settore. Bastano pochi centimetri per vanificare mesi e mesi di lavoro. Nella 4×400 il cambio è molto meno complesso. Anche perché chi arriva di solito è in pieno debito d’ossigeno. Li il problema e che dal secondo cambio in avanti non si è piu in corsia. E si creano confusioni nel cambio tutti insieme. Nelle quali qualcuno puo perdere il testimone.
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