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OLTREPO 21/03/2019: Campionato Mondiale di Enduro sui monti di Oltrepo e Val Curone (nel 2020). Il No di Legambiente e associazioni

Marzo 21
10:30 2019

OLTREPO – Il Comitato Ambiente delle 4 Province, Legambiente Lombardia e Oltrepò , il Club Alpino Italiano-Tutela Ambiente Montano Commissione Interregionale Liguria, ed altre associazioni, si sono dichiarate contrarie allo svolgimento, in Oltrepò ed in Val Curone, nel periodo 22-29 Agosto del 2020, del Campionato Mondiale Enduro (“Sei Giorni Internazionale di Enduro” (ISDE) – edizione 2020).

Il gruppo di soggetti, per presentare le iniziative che saranno fatte sul tema, Venerdì 15 Marzo hanno fatto una conferenza stampa. Inoltre hanno scritto una “lettera aperta” (una sorta di dossier sulla gara) a tutti gli enti interessati dall’evnto (al presidente della Comunità montana Oltrepò pavese. Ai sindaci dei comuni di: Brallo di Pregola, Menconico, Romagnese, Santa Margherita di Staffora, Varzi, Zavattarello, Colliverdi, Bagnaria, Val di Nizza, Ponte Nizza, Cecima, Montesegale, Rocca Susella, Montalto Pavese, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Rivanazzano, Fabbrica Curone, Gremiasco, San Sebastiano Curone, Brignano Frascata, Momperone, Pozzol Groppo, Volpedo, Monleale, Montemarzino, Casasco, Dernice, Montacuto

Alla: Regione Lombardia. Alla: Regione Lombardia. Alla: Regione Piemonte. Al presidente della: Provincia di Pavia. Al presidente della Provincia di Alessandria e, per conoscenza, alla: Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese).

A seguire pubblichiamo per intero la l”ettera dossier” in cui le associazioni spiegano di cosa si tratta e in cui danno il loro giudizio contrario (alla lettera aperta, contribuendo alla sua stesura, hanno aderito diverse organizzazioni ambientaliste e culturali che operano nel comprensorio montano dell’alto Oltrepò pavese e dell’appennino alessandrino. Si tratta di: Legambiente Lombardia, Legambiente Voghera Oltrepò, Comitato per il territorio delle Quattro Province, Club Alpino Italiano – Tutela Ambiente Montano Commissione Interregionale Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, associazione Chi Cerca Crea, associazione Oltre le Strette, associazione Progetto Ambiente, associazione IOLAS (Associazione pavese per lo Studio e la Conservazione delle Farfalle), ANPI sezione di Zavattarello.)

IL DOSSIER

COS’È L’ISDE

Un tempo denominata “Sei giorni internazionale di regolarità fuoristrada” (per brevità anche solo “Sei giorni”), si disputa dal 1913, e consiste in un confronto tra squadre nazionali, in gara per il “Trofeo delle Nazioni”, aperto anche a squadre di privati, in gara per il “Vaso d’Argento”. Variato il nome della specialità da “regolarità” in “enduro” e variati i criteri di formazione delle squadre, la “Sei giorni” (di seguito, per brevità: “ISDE”, utilizzando l’acronimo inglese) mantiene la natura di campionato mondiale a squadre, aperto anche ai privati, per i quali, nonostante gli alti costi di partecipazione, costituisce una delle competizioni più ambite, che riesce ogni anno a mettere insieme diverse centinaia di iscritti. In ciascuno dei sei giorni di gara sono previsti giri di quasi 300 km, prevalentemente su tracciato fuoristrada, con controlli orari da rispettare e prove speciali discriminanti (come accade per i rally automobilistici).

LE INFORMAZIONI RESE PUBBLICHE CIRCA L’EDIZIONE 2020

La “Federazione Internazionale di Motociclismo (FIM)”, con un comunicato del giorno 11/12/20181, ha reso noto che l’organizzazione dell’edizione 2020 dell’ISDE è stata assegnata all’Italia.

In particolare, si è appreso – scrivono le associazoni – che la candidatura era stata presentata dalla “Federazione Motociclistica Italiana (FMI)” tramite un “moto club” aderente alla FMI, il “Moto Club Alfieri”, con sede in Asti. Nel comunicato si legge che “la prova dovrebbe svolgersi tra la fine del mese di agosto e l’inizio del mese di settembre nelle regioni del Piemonte e della Lombardia” e che “il Moto Club Alfieri organizzerà questa edizione in collaborazione con gli altri club della FMI”.

A sua volta, la FMI, sempre il giorno 11/12/2018, ha diffuso un comunicato2 in cui si legge che la competizione “si svolgerà tra fine agosto e inizio settembre 2020, nelle zone dell’Oltrepò Pavese e dell’Alessandrino”. Il comunicato riporta le parole del presidente del Moto Club Alfieri: “Siamo molto orgogliosi ed emozionati di poter organizzare un evento di tale portata. L’idea di richiedere la Sei Giorni di Enduro 2020 è nata nel 2015, quando organizzammo una prova degli Assoluti d’Italia a Fabbrica Curone.”.

Qualche informazione in più – proseguono le associazioni – è stata fornita solamente il 04/03/2019 con un nuovo comunicato della FMI3. Si è appreso dell’avvenuta costituzione di un comitato organizzatore “diretto da Valter Carbone, presidente del Co.Re. [comitato regionale – NDR] Piemonte, Giorgio Bandoli, presidente del Moto Club Alfieri ed Edoardo Zucca, Presidente del Moto Club Pavia “.

Si precisa che “fanno parte del pool organizzativo il titolare dell’evento Moto Club Alfieri ed il Moto Club Pavia, che saranno i club capofila, cui si aggiungono i sodalizi MC Valle Staffora, MC Varzi, Moto Club Azeglio e MC Ceva”.

Si apprende inoltre – aggiungono le associazioni – che la gara “avrà il suo cuore pulsante all’aeroporto di Rivanazzano Terme, mentre le prove speciali si svolgeranno in Val Curone ed in Valle Staffora”. Valter Carbone, per il Piemonte, dichiara: “Ringrazio le Autorità locali che ci hanno assicurato il loro appoggio ed accoglieranno con favore questa avventura planetaria … e ritengo sarà una concreta occasione per valorizzare il grande patrimonio turistico di queste zone”.

A sua volta Edoardo Zucca aggiunge il ringraziamento a: “tutti gli Enti ed Autorità che anche sul versante lombardo ci hanno già dato il supporto ed il parere favorevole”. Giorgio Bandoli riferisce poi:

Qualche indicazione in più è contenuta in un post apparso sulla pagina Facebook del Moto Club Pavia alle ore 08.04 del 07/03/2019, in cui si legge: “International Six Days Enduro 2020 Italia. Paddock e quartier generale: Aeroporto di Rivanazzano Terme (Pv) * 22 agosto 2020 Cerimonia di apertura * 24 agosto Day1 Val Curone (Al) Piemonte * 25 agosto Day2 Val Curone (Al) Piemonte * 26 agosto Day3 Valle Staffora (Pv) Lombardia * 27 agosto Day4 Valle Staffora (Pv) Lombardia * 28 agosto Day5 Valle Staffora + Val Curone * 29 agosto Day6 Circuito Int.le Ottobiano Motorsport (Pv)”.

GRANDE EVENTO” – “GRANDE IMPATTO”

Nel comunicato diffuso l’11/12/2018 – proseguono le associazioni -, il presidente della FMI, Giovanni Copioli, dichiara: “L’Italia sarà al centro dell’attenzione internazionale e non c’è dubbio che sul territorio le ricadute, anche economiche, saranno di grande e positivo impatto.”.

È del tutto soggettiva la scelta dell’aggettivo “positivo” al fine di definire le ricadute non tanto e non solo economiche dell’evento, ma la stessa FMI ammette dunque che l’ISDE 2020 potrà avere un “grande impatto” sul territorio, circostanza da cui derivano due indefettibili corollari:

1) deve e dovrà essere garantita la massima trasparenza nell’informazione resa alle istituzioni e da queste ai cittadini

2) i pubblici amministratori debbono e dovranno prendere in considerazione tutti i fattori che concorrono a determinare gli effetti sul territorio delle scelte che essi sono chiamati a compiere in nome del bene comune.

TRASPARENZA

Potendosi a buon titolo annoverare l’organizzazione delI’ISDE 2020 tra i “grandi eventi” (categoria concettuale tipica del nostro tempo e ormai conosciuta nelle sue implicazioni) – proseguono ancora le associazioni -, occorre notare che l’aver informato l’opinione pubblica solo a cose fatte, dopo che il dossier di candidatura era stato elaborato e presentato alla FIM, è una scelta inusuale e, se pure legittima, per nulla apprezzabile. Le dichiarazioni di due componenti del comitato organizzatore riportate nel comunicato del 04/03/2019 fanno riferimento all’appoggio ed al parere favorevole di Enti a Autorità. Di conseguenza, una prima richiesta, che costituisce la precondizione per una corretta gestione dell’intera vicenda, e che formuliamo a tutti gli enti e soggetti in indirizzo è quindi la seguente:

a) informare i mass media e la pubblica opinione circa lo stato attuale e i futuri sviluppi delle discussioni intercorse e degli impegni assunti o che saranno assunti per l’organizzazione dell’evento

b) garantire ai cittadini l’accesso alle informazioni in possesso di ciascun ente, ai documenti e agli atti concernenti l’ISDE

c) rendere operativi anche in questo frangente tutti gli strumenti di partecipazione di cui essi enti e soggetti si sono dotati

GLI IMPATTI

1: la “promozione” del territorio

Quando si organizzano i “grandi eventi” si pone sempre l’enfasi sulla promozione del territorio.

Nel nostro caso, stando a quando sinora si è appreso, si discute dunque della promozione turistica ed economica dell’Oltrepò montano e delle finitime zone dell’appennino piemontese.

Non si parte però da un “foglio bianco”:

a) per la promozione dell’Oltrepò montano, si sta già realizzando il progetto “Oltrepò (bio)diverso”4 finanziato dal programma “AttivAree” di Fondazione Cariplo

b) il territorio dell’Oltrepò montano è anche una tra le aree prescelte a livello nazionale per il progetto SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne), con i finanziamenti a ciò già destinati. Il progetto d’area5, sottoscritto in modo esplicito e impegnativo sia da tutte le amministrazioni comunali sia dalla Comunità Montana Oltrepò Pavese, e finanziato con ingenti risorse pubbliche, si propone, tra gli obiettivi “un completamento e rafforzamento dell’offerta di percorsi escursionistici puntando su percorsi emblematici del territorio e spendibili sul mercato nazionale ed internazionale poiché caratterizzato da ampi panorami e dalla fruizione dell’ambiente rurale e biodiverso con le sue caratteristiche di vegetazione, faunistiche e di territorio”. Si aggiunge che “la scelta di accompagnare questi tracciati con la promozione del cicloturismo e dei relativi servizi consente di caratterizzare ulteriormente l’offerta turistica dell’Alto Oltrepò permettendo al visitatore un inserimento nell’ambiente rurale fisico ed umano del territorio”.

c) analoghe finalità si prefigge la misura del PSR piemontese (anch’essa oggetto di esame ed approvazione da parte di tutte le amministrazioni locali interessate) a cui si riferisce l’itinerario sentieristico “La via dei campioni: tra natura e mare”6, che comprende l’intera val Curone sino al comune di Fabbrica Curone, in cui nasce l’omonimo torrente, comune espressamente citato dal presidente del Moto Club Alfieri.

Nel progetto SNAI – proseguono le associazioni – si legge che il territorio interessato è “un’area montana a turismo inespresso, anche se in anni recenti il comparto del turismo è stato l’unico che realmente è andato incontro a uno sviluppo sia quantitativo, sia qualitativo”. Infatti “si regista un rinnovato interessamento della clientela italiana e straniera verso un territorio che, per potenzialità paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche, non ha nulla da invidiare ad altre aree più rinomate, come la Toscana o le Langhe.

Proprio in questa integrazione tra turismo, produzioni enogastronomiche locali e valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico vanno definite strategie di attrazione di nuovi flussi turistici.”.

Come è possibile conciliare queste strategie di valorizzazione con l’immagine proposta dalla FMI, che, nel suo comunicato, usa la definizione di “territorio dalla forte tradizione enduristica”?

L’enfasi su tale “tradizione” sottende la volontà di affermare per il territorio interessato una “vocazione” all’uso agonistico dei fuoristrada a motore, una delle forme più impattanti di fruizione del territorio (come meglio si dirà in seguito).

Si consideri poi – proseguono le associazioni – che già oggi l’atteggiamento “benevolo” con cui frequentemente sono concesse autorizzazioni allo svolgimento di gare fuoristrada costituisce occasione per singoli o gruppi (magari muniti di traccia GPS dei vari percorsi) per emulare le gesta degli agonisti, e crea comunque aspettative di malintesa “tolleranza” verso queste pratiche irregolari. Va infatti ribadito, se ancora occorresse: al di fuori delle manifestazioni agonistiche, le regole esistenti vietano in boschi e sentieri il transito per scopo ludico di mezzi fuoristrada a motore (e va altresì ricordato che analogo divieto esiste in Germania, in Francia, in Svizzera, in Spagna).

2: i tracciati e gli investimenti pubblici

Per ognuno dei sei giorni di competizione – proseguono le associazioni -, gli organizzatori dell’ISDE dovranno allestire un tracciato, in larghissima misura non asfaltato, con lunghezza che potrà sfiorare i 300 kilometri.

Nei percorsi saranno inclusi i controlli orari e le prove speciali (per i primi cinque giorni si tratterà di un Enduro Test, un Cross Test e un Test Estremo, nel sesto giorno si svolgerà una prova spettacolo in un crossodromo), interessando in tal modo l’esistente viabilità agro silvo pastorale (VASP), i sentieri, le aree boscate, i pascoli.

Ciascuno di questi ambiti può essere utilizzato per competizioni fuoristrada solo nel rispetto dei limiti e dei modi indicati dalle norme vigenti in Lombardia e in Piemonte ma, tra i fattori da considerare, decisivo dovrà essere quello relativo alla coerenza con le scelte e gli investimenti già compiuti, che vanno tutti in una direzione fortemente alternativa rispetto alla ricordata “tradizione” rivendicata dalla FMI nel suo comunicato. Alcuni esempi – proseguono le associazioni -:

a) la Comunità Montana Oltrepò, con uno stanziamento di circa 440mila euro7 a valere sul PSR, misura incentivazione attività turistiche, ha ormai realizzato la rete sentieristica delle Terre Alte8, centinaia di chilometri di percorsi fruibili a piedi e in bicicletta, e, nell’ambito del progetto SNAI Aree Interne, esiste uno stanziamento di oltre 1 milione e 200mila euro per l’intervento “Riscoprendo l’Appennino Lombardo – Vie storiche e Greenway dell’Alto Oltrepò”9 che concerne anche i sentieri;

b) in Piemonte con il PSR 2014-2020 sono stati stanziati circa 400mila euro per l’itinerario sentieristico “La via dei campioni: tra natura e mare” che include l’alta val Curone, con il vincolo secondo cui i sentieri stessi debbono “essere interdetti alla fruizione con mezzi motorizzati”10.

c) di recente, in Lombardia, per la manutenzione della rete VASP nella Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese sono già stati spesi 166mila Euro a valere sulla misura relativa al miglioramento delle infrastrutture di accesso ai terreni agricoli e forestali del Piano di Sviluppo Rurale (PSR)11.

d) in Piemonte, con identiche finalità, sono stati destinati circa 50mila euro al ripristino di strade interpoderali del comune di Fabbrica Curone12.

In entrambe le realtà regionali – proseguono le associazioni -, i locali consorzi di miglioramento fondiario rivestono un ruolo fondamentale per il mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole e silvicole, e le loro esigenze debbono essere tenute nel debito conto.

3: gli effetti sull’ambiente

L’intero Oltrepò pavese – proseguono le associazioni – è classificato dalla regione Lombardia come area prioritaria per la biodiversità nella Rete Ecologica Regionale (L.R. 86/83)13. In particolare, in alto Oltrepò vi è una ricchezza di contesti geomorfologici di alto valore naturalistico. Di notevole rilevanza sono il SIC della Riserva Naturale del Monte Alpe (Menconico) e alcuni Plis: di Zavattarello (46 ha), Parco delle Farfalle di Valverde (40 ha), Fortunago (400 ha) e Val di Nizza (in via di riconoscimento). II Giardino Alpino di Pietra Corva (Romagnese) è un’importante meta naturalistica locale.

Il pregio naturalistico dell’Oltrepò pavese montano e delle limitrofe aree alessandrine, piacentine e genovesi, è stato da tempo riconosciuto anche in base ai rigorosi criteri seguiti dall’Unione europea: fanno parte della Rete Natura 2000 oltre 24mila ha di territorio, suddivisi tra quattro province, ma pressoché tutti in contiguità, (i recentissimi SIC pavesi Sassi Neri – Pietra Corva e Le Torraie – Monte Lesima, la ZPS Ebro – Chiappo e la ZSC Antola – Carmo – Legnà, entrambe alessandrine, il SIC piacentino della Val Boreca, i diversi i SIC genovesi inclusi nel Parco dell’Antola).

I potenziali effetti della disputa dell’ISDE in un tale contesto sono intuibili.

Possiamo limitarci a richiamare alcuni dati obiettivi – proseguono le associazioni -, desunti da uno studio sul campo, disponibile per la consultazione, circa la pratica dello sport motociclistico in spazi naturali14, (studio unico in Europa, di oltre 170 pagine, realizzato dall’Istituto di scienza e tecnologia ambientale dell’università di Barcellona su committenza, si noti, della federazione motociclistica catalana, quindi non a priori “di parte ambientalista”).

Secondo lo studio, tenendo conto delle variabili costituite dalla litologia, dalla pendenza e dalla compattazione dei terreni, sui sentieri percorsi da gare motociclistiche fuoristrada il tasso medio di erosione del suolo è risultato di ben 1118 t/ha per anno, valore abnorme, palesemente determinato dal numero di motocicli transitati (si consideri infatti che, per i terreni, un valore maggiore a soli 11 t/ha è considerato segnale di erosione alta dall’EEA, l’European Environmental Agency15).

Rilevante è anche la contaminazione acustica: se il rumore di fondo negli spazi naturali è risultato di circa 40 dBA, il passaggio delle moto ha determinato valori tra 70 e 90 dBA (si tenga conto che i

Per la fauna vertebrata – proseguono le associazioni – il disturbo è costituito dal rumore e dalla presenza umana mentre per gli uccelli, il rumore delle motociclette interferisce con le comunicazioni tra individui e può influenzare il loro comportamento.

Basta esaminare le schede che illustrano le caratteristiche di ciascuno dei siti presenti nel comprensorio per cogliere le potenziali ma concrete conseguenze che una manifestazione come l’ISDE potrebbe portare al delicato equilibrio dell’ambiente montano.

A prescindere da giudizi sulla maggiore o minore valenza naturalistica di singoli tratti interessati dalla competizione – proseguono le associazioni -, i guasti per erosione dei sentieri e della viabilità VASP o interpoderale avrebbero comunque un forte impatto anche sulle attività economiche a cui tali reti infrastrutturali fanno riferimento.

4: gli effetti economici

È utile citare alcuni dati – proseguono le associazioni – riferiti alle più recenti edizioni dell’ISDE:

a) per l’edizione del 2018, svoltasi a novembre in Cile, a Viña del Mar, a fronte di un impegno economico stimato un circa 1 milione 500mila euro, articoli di stampa riferiscono di un deficit significativo (“un número en rojo importante”)16.

b) per l’edizione del 2017 – proseguono le associazioni -, organizzata nella regione francese della Corrèze, la federazione francese di motociclismo ha commissionato all’Università di Limoges uno studio17 sulle ricadute economiche in senso ampio della manifestazione. Il comitato organizzatore aveva preventivato una spesa di 1 milione di euro, divenuti 1milione e 250mila euro a consuntivo. Il giro d’affari generato dall’avvenimento, ottimisticamente previsto in 7 milioni e 500mila euro in sede di lancio, a posteriori si sarebbe attestato su una cifra ben inferiore, 3 milioni e 400mila euro, di cui solo 2 milioni e 400mila euro riguardanti direttamente la Corrèze. Su spese “vive” di 1milione e 250 mila euro, solo la metà, 635 mila euro, sono state compiute nella regione. Quanto alle presenze e ai pernottamenti alberghieri degli addetti ai lavori, si è stimata una spesa giornaliera pro capite di 55 euro per ciascun pilota o accompagnatore, protratta mediamente per 10 giorni, e una spesa giornaliera di 20 euro giornalieri, sempre per una media di 10 giorni, per ogni componente dello staff organizzativo, escludendo dal calcolo i “locali”. L’apporto economico degli spettatori sarebbe stato trascurabile, secondo lo studio, in quanto nel 2017 il pubblico era costituito in larghissima maggioranza da residenti nella zona.

Cifre importanti – proseguono le associazioni -, ma che impongono un ragionamento di più lunga durata, a meno di voler supinamente subire un modello di fruizione turistica “mordi e fuggi”.

E’ palese infatti – proseguono le associazioni – che la platea di persone a cui l’ISDE interessa (piloti, accompagnatori, appassionati) è costituita prevalentemente da soggetti che ritornerebbero in zona o che la frequenterebbero per la prima volta (indotti dalla vasta eco mediatica) con il principale intento di poter praticare il fuoristrada a motore – al di fuori delle competizioni – nel nostro ambiente appenninico. Utenza potenziale che, a fronte di una normativa che non consente tale pratica, dovrebbe contare solo sulla “tolleranza” cui si è fatto cenno in precedenza. Ne deriverebbe una situazione di diffusa illegalità che andrebbe a confliggere con le fruizioni alle quali questo territorio è vocato, caratterizzate dal rispetto e dall’attenzione per l’ambiente naturale, per le emergenze etnografiche e culturali, sotto il segno di un turismo sostenibile e di frequentazioni fidelizzabili sulla base di valori unanimemente condivisibili al di fuori da logiche di interesse lobbistico.

LE ALTERNATIVE

Per tutte le considerazioni sinora svolte – proseguono le associazioni -, il modello di “sviluppo” di cui l’ISDE sarebbe emblema e paradigma risulta in stridente contrasto sia con la strada che ha scelto di percorrere l’Oltrepò montano quale “area pilota” della strategia SNAI, sia rispetto ai progetti e gli investimenti piemontesi relativi alla sentieristica che stanno cominciando a dare i loro frutti (un esempio positivo è la promozione e la gestione dell’escursionismo in mountain bike tra Staffora e Curone, attuata con crescente successo da associazioni come Enjoy the Trail18, coinvolgendo albergatori, ristoratori, gestori degli impianti di risalita, e impegnandosi in un prezioso lavoro di manutenzione dei tracciati).

L’area potenzialmente interessata dall’ISDE 2020 – proseguono le associazioni – rientra nel più ampio territorio delle Quattro Province, un territorio che si avvia ad affermare un’immagine fortemente connotata nel segno del turismo naturalistico e culturale. In tal senso vanno la recente creazione del Parco dell’alta val Borbera e la presenza dei numerosi siti Rete Natura 2000 sopra elencati: la logica evoluzione di questo processo è la creazione di una rete sempre più organica di habitat ad alto valore naturalistico (anche sotto il segno, oggi più che mai attuale, del contrasto al riscaldamento climatico).

In un tale contesto risulta del tutto fuori luogo (se non deleterio) un “grande evento” come l’ISDE 2020.

Non possiamo quindi che auspicare che le energie e l’impegno richiesti ai decisori pubblici dal “grande evento” di cui discutiamo – proseguono le associazioni – vengano convogliate su iniziative di promozione delle attività economiche rispettose della biodiversità: agricoltura, allevamento e silvicoltura sostenibili, escursionismo naturalistico, a piedi, in mountain bike, a cavallo, didattica ed educazione ambientale, valorizzazione dei prodotti gastronomici biologico e a chilometro zero, ecc. – attività che il territorio sta dimostrando negli ultimi anni di saper bene valorizzare e che necessitano di ulteriore attenzione e incremento”.

Queste la versione di Legambiente e di altre associazioni circa il no alla gara mondale di enduro che dovrebbe svolgersi fra l’Oltrepo e la val Curone nel 2020.

 

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