VOGHERA 05/12/2018: Minacciata di essere portata nel paese islamico per una punizione esemplare. Nuova condanna per il marito violento
VOGHERA – Questa mattina il tribunale di Pavia ha confermato in appello la condanna (a 8 mesi di carcere, senza la sospensione della pena) di un marito che per anni (i fatti salgono al 2013-14) ha maltrattato e perseguitato la consorte che aveva deciso di lasciarlo.
La vicenda, negli anni scorsi quando la storiaccia era emersa, aveva fatto clamore: in quanto, fra l’altro, riguardava una coppia di musulmani residenti in Oltrepo, nella quale l’uomo era accusato d’aver minacciato la moglie di portarla in patria al fine di sottoporla alla legge islamica.
Questa minaccia – e l’implicito disconoscimento di fatto della Legge italiana – però, sarebbero state solo l’elemento eclatante e mediatico della vicenda, in quanto l’allora 35enne nei fatti sarebbe stata più volte vessata, maltrattata e perseguitata dal marito (allora 55enne), che in una occasione l’avrebbe anche inseguita con l’auto e speronata.
La donna, giunta all’esasperazione, si era rivolta ad un legale (l’avvocato Massimo Adriatici), che subito ha fatto due cose: denunciare il marito prevaricatore, cosa mai stata fatta prima dalla moglie; e poi mettere in contatto la vittima con l’associazione antiviolenza Chiara di Voghera.
Insieme all’avvio della procedura legale, la donna, grazie alla rete di protezione creatagli attorno dalle Istituzioni e dagli altri soggetti coinvolti (associazioni, avvocati), si è così potuta allontanare (insieme ai figli) dalla casa in cui viveva con il marito, cominciando a vivere in modo più sereno.
Concluse le indagini, la parola è passata al tribunale, che nel novembre del 2017 ha condannato il marito a 8 mesi di carcere.
Oggi, come detto, la conferma della condanna nel processo di secondo grado, in cui è stato stabilito anche un risarcimento danni di 10mila euro in favore della vittima.
“Il messaggio che deve passare – commenta l’avvocato Adriatici – è che le vittime devono denunciare subito le violenze. Il dispositivo e le varie tutele che la legge offre in questi casi, infatti funziona. Inoltre le istituzioni, insieme alle associazioni, sono attive e a distanza di tempo i risultati arrivano.”
“A fermare le vittime – aggiunge ancora l’avvocato – non deve nemmeno essere il timore di non avere soldi per le spese legali: in quanto per i reati di stalking e di maltrattamenti in famiglia esiste il gratuito patrocinio, con l’avvocato che, a spese dello Stato, può ance fare indagini avvalendosi d investigatori privati.”
Una notizia che dà speranza a tutte le donne maltrattate e vittime di stalking.
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