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VOGHERA – Con settembre finisce la stagione di vertice dell’atletica. Resta ancora un mese di gare in pista. Ma non ci sono appuntamenti rilevanti. E molti atleti di primo piano hanno già chiuso la stagione. E’ stato un anno di alti e bassi per l’Italia. Alti a livello giovanile, culminati con la sensazionale vittoria della 4×400 mondiale maschile. Mai gli azzurri si erano imposti in una specialità così complessa. Con un risultato che rappresenta anche il nuovo record europeo. Alti per i tanti giovani in evidenza. Ragazzi e ragazze che speriamo abbiano un futuro. Ma poi ci sono stati tanti bassi. A cominciare da quelle promesse non mantenute. Anche queste caratteristica della nostra atletica da diverse stagioni. I nostri giovani vanno fortissimo a 18-20 anni, poi quando dovrebbero decollare si fermano. E finiscono per smettere o fare un anonima carriera da comprimario. Magari in una gruppo sportivo militare. Dove hanno stipendio e carriera garantiti. Da noi un Hingebritsen (giunto al titolo europeo assoluto prima di compiere 18 anni) non è pensabile. L’avrebbero fatto scoppiare da cadetto. Venendo alla stagione maschile il risultato piu vistoso è il 9”99 sui 100 di Filippo Tortu. Il giovane velocista lombardo però in stagione non ha poi brillato. Soprattutto agli europei. Dove invece protagonista è stato Yeman Crippa, a medaglia nei 10000 e 5000 metri. Un atleta bravo nel finale di stagione è il ritrovato Tamberi nell’alto. Capace di saltare ancora agli assoluti 2,30. E che sembra vicino al suo livello prima dell’infortunio. Nella velocità buone cose sui 400 metri con quattro atleti sotto i 46 secondi, e Galvan e Re protagonisti stagionali. Nella velocità oltre a Tortu molto bravo Desalu sui 200, col suo 20”13 a Berlino. Mezzofondo abbastanza anonimo. Come pure il lungo e il triplo. Buone cose negli ostacoli, sia alti sia intermedi. Ma poi sia gli specialisti dei 110 (Perini il piu regolare) sia quelli dei 400 (Lambrughi purtroppo condizionato da un infortunio) non hanno confermato a Berlino qualità agonistiche adeguate. Nei lanci bene il peso, ma atleti di livello internazionale. Stessa cosa nel disco. Martello e giavellotto piu modesti. Un protagonista della stagione è sicuramente il decathleta Cairoli. Vicino agli 8000 punti e bravissimo agli europei, soprattutto nella prima giornata di gare. La marcia manca di protagonisti, ha solo comprimari. Nelle staffette avevamo buone speranze, non concretizzate. A livello maschile l’atleta dell’anno sembrerebbe Tortu, ma anche Tamberi merita il primo posto. Se non altro per maggior continuità del velocista. Sostanzialmente a livello maschile una situazione simile alle ultime stagioni. Statica, con buone prospettive, ma non concretamente diversa dal recente passato.