VOGHERA 11/09/2018: Recology. Terminata la fase di competenza del Comune. Ora è caccia al milione di euro necessario alla liberazione del capannone e allo smaltimento
VOGHERA – Nel capannone Recology non ci sono materiali “speciali” ma “non nocivi”. La quantità del materiale stipato nella struttura di Medassino è minore di quella previsto all’inizio: 5mila tonnellate. La spesa stimata per lo sgombero e lo smaltimento dei rifiuti ammonta a 1.315.560 euro. I tempi di liberazione del capannone (dopo l’assegnazione del lavoro) sarà di 90 giorni.
Quelli citati sono alcuni dei dati tecnici contenuti nella relazione tecnica con la quale il Comune di Voghera ha chiuso la fase di propria competenza relativamente alla “bonifica” del capannone di Medassino in cui la ditta milanese, poi fallita, ha stipato rifiuti di vario genere.
La relazione, che sarà presto resa pubblica, è stata oggetto di una conferenza stampa svoltasi questa mattina in Comune.
A indirla, il sindaco Carlo Barbieri e l’assessore all’Ecologia Simona Panigazzi, accompagnati dal responsabile dell’ufficio Ecologia Antonio Leidi, estensore della relazione.
“Con questo documento – ha detto il sindaco – concludiamo le attività di competenza dell’Amministrazione circa lo smaltimento del materiale stoccato alla Recology. Uno step, quello concluso da parte del Comune – ha aggiunto Barbieri – che ora ci consentirà di dialogare con la Provincia per ottenere il trasferimento al Comune del denaro della fidejussione (233.000 euro), a suo tempo depositata dalla ditta; ed anche di dialogare con la Regione per ottenere il resto dei fondi necessari allo sgombero (a suo tempo la Lombardia aveva infatti detto di avere un fondo destinato a questi scopi ndr)”.
“Quella che sarà messa in atto a Medassino non sarà una bonifica vera e propria ma uno smaltimento – ha proseguito l’assessore Panigazzi – . Si tratta infatti di materiale non nocivo e senza alcuna alcuna compromissione del terreno o della falda. I nostri uffici hanno fatto un buon progetto esecutivo, che ora ci servirà per intraprendere gli step successivi necessari alla risoluzione definitiva del problema.
La parola da ultimo è passata al tecnico Leidi, che ha illustrato il progetto esecutivo. Documento sulla base del quale è stata valutata la spesa per lo smaltimento; e attraverso il quale si potrà richiedere il finanziamento alla Regione (e quindi indire una gara pubblica per la svolgimento dei lavori).
Nel documento, come accennato all’inizio, sono contenuti, il piano di caratterizzazione (con cui sono state individuate le tipologie di rifiuti stoccati nel capannone… insieme alla loro dislocazione all’interno del sito).
La relazione contiene anche le analisi chimiche fatte su alcuni rifiuti non ben identificabili (da cui, a campione, non è emersa nocività). Inoltre il documento contempla il dato, fondamentale, relativo al peso dei rifiuti (il costo dello smaltimento viene calcolato a peso!) – 5000 tonnellate in totale – e di conseguenza la spesa per tipologia di rifiuto.
A titolo di esempio dalla relazione generale emerge che il costo maggiore dello smaltimento sarà affrontato per la massa di “rifiuti misti” (505.000 €). Mentre 100.000 € sarà il costo per lo smaltimento della carta da parati; 20.000 invece quello per liberarsi degli pneumatici.
Il costo puro dei lavori ammonta a 1 milione di euro (che fungerà da base per l’asta al ribasso per l’aggiudicazione dei lavori), cui andranno aggiunti 43.000 € per la progettazione e 237.000 per l’Iva. Una volta indetta la gara (ovviamente dopo aver trovato i soldi), i tempi per lo sgombero del capannone non dovranno andare oltre i 90 giorni.
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