OLTREPO 13/06/2018: Dalla Regione libertà per gli agricoltori (con licenza) di abbattere i cinghiali tutto l’anno. L’attività sarà sottoposta a condizioni e verifiche
OLTREPO – La Regione ieri ha approvato un provvedimento che riguarderà da vicino l’Oltrepo pavese.
Su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, la Lombardia ha dato il via libera ad una delibera contro il proliferare dei cinghiali e a “tutela della sicurezza e della salvaguardia delle colture agricole”.
“E’ una decisione forte – ha detto l’assessore – che vuole essere una risposta concreta alla situazione di esasperazione che molti agricoltori sono costretti a vivere. Con questo atto diamo la possibilità agli agricoltori, provvisti di regolare licenza, di abbattere tutto l’anno i cinghiali. Si tratta di un ampliamento dell’attività di contenimento finora riservata solo alla polizia provinciale e ai cacciatori”.
La decisione sulla base di alcuni dati, secondo cui “Nel quinquennio 2013/2017, sul territorio regionale, il cinghiale ha arrecato danni alle colture agricole per 1.669.989 euro di indennizzi erogati da Regione Lombardia, corrispondenti a 2.807 eventi di danno denunciati e ha provocato 384 sinistri stradali denunciati, con erogazione di risarcimenti 606.664 euro complessivi.
“Vogliamo – ha continuato l’assessore – contrastare l’incremento incontrollato di una specie che danneggia colture e che rappresenta un pericolo anche per la sicurezza delle persone. La Regione
Lombardia ha gia’ chiesto a Ispra anche una maggiore elasticità, soprattutto nella possibilità di utilizzo della tecnica della braccata per permettere una attività di contenimento più incisiva. Puntiamo anche a una classificazione del territorio in zone vocate e non vocate affinchè si possano concentrare gli interventi laddove necessario”.
La materia e strettamente regolata. La delibera attua quanto disposto dall’art. 4, comma 3 della Legge regionale 19/2017 in ordine all’autorizzazione rivolta ai proprietari o conduttori dei fondi per l’effettuazione del controllo del cinghiale, ove siano stati accertati danni. Vengono definiti i requisiti per i richiedenti, nonchè le prescrizioni che l’autorizzazione deve contenere, con particolare riferimento alla sicurezza, al coordinamento con le Polizie provinciali e agli accertamenti igienico-sanitari da condurre sui cinghiali abbattuti.
La decisione ha generato la soddisfazione di Coldiretti.
“Nel provvedimento della Lombardia – spiega l’associazione – finalmente si riconosce nella sostanza la possibilità da parte dei proprietari e conduttori di terreni agricoli di esercitare una facoltà di legittima difesa in presenza di minime condizioni che semplificano il precedente approccio burocratico.”
Quanti ai requisti, come spiega ancora Coldiretti, ci sono: “l’accertamento di danni alle colture nei 6 mesi antecedenti la data di presentazione della domanda di autorizzazione che ha la durata di 12 mesi; e la titolarità di licenza di porto di fucile e la abilitazione alla caccia di selezione nel caso di ricorso a particolari modalità.”
“Naturalmente – conclude la Coldiretti – l’esercizio dell’abbattimento deve avvenire in condizione di sicurezza attraverso la comunicazione preventiva agli organi di polizia competenti per il territorio oltre che di compatibilità ambientale risultando vietato l’intervento nelle aree protette ma è anche previsto un sistema di tracciabilità per garantire il monitoraggio e il controllo sanitario.”
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