VOGHERA 24/04/2018: “I forestieri ci rubano i loculi”. Medassinesi arrabbiati per il “loro” Cimitero… e presentano una petizione in Comune
VOGHERA – Succede che le tombe del Cimitero centrale (il Maggiore) siano divenute disponibili solo nei sotterranei. Succede che alla maggior parte delle persone un siffatto “eterno riposo” non piaccia, e che quindi decidano di dirigersi verso un altro camposanto cittadino.
E succede anche che agli “utenti naturali” di quel camposanto, poiché residenti nelle vicinanze, quella soluzione non piaccia e che decidano di ribellarsi.
Tutto questo succede fra la città di Voghera e il quartiere di Medassino, dove, preso atto della questione, ci si è mossi per scongiurare la ferale minaccia.
Prima le voci di piazza. Poi capannelli di abitanti che discutono, parlottano, mugugnano. quindi la mobilitazione tramite una petizione.
La raccolta di firme parte, in pochi giorni arriva a “cento”, e infine viene “protocollata”.
I ribelli medassinesi, nel documento presentato in Comune, per prima cosa rilevano “che è in atto un massiccio assalto per accaparrarsi i loculi del cimitero di Medassino da parte di vogheresi residenti in altre zone della città, pur servite dai relativi cimiteri, e addirittura da parte di residenti di altri comuni”.
Dopo di che ricordano l’importanza per loro del “loro” camposanto, “recentemente ampliato con una valente struttura architettonica”, cosa che lo ha reso “appetibile per le sue qualità estetiche e funzionali”.
Tutto ciò, “al contrario del cimitero Maggiore – proseguono i medassinesi – i cui loculi sono ubicati in tetri seminterrati”.
Ma cosa vogliono nel concreo questi vogheresi?
Di fatto tutelare i “propri diritti territoriali”.
Vogliono che il Comune: vieti “la vendita dei loculi a non aventi diritto poiché non residenti a Voghera”; che impedisca “la vendita dei loculi a vogheresi residenti in altre zone della città”; e che consenta “la vendita dei loculi ai soli residenti del rione Medassino”.
A chiusura del tutto, un avvertimento: con i “sottoscritti” che “si riservano di promuovere iniziative di carattere collettivo a tutela dei propri diritti territoriali”.
Insomma, lotta dura, fino alla… morte.
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