VOGHERA 21/04/2018: Alla Pascoli lezione su mafia e sequestri degli studenti del Galilei
VOGHERA – “Io non ho paura”: questo il titolo del progetto a cui la classe 3^ G della Media Pascoli sta lavorando per approfondire diverse tematiche come i sequestri di persona, il rapporto fra i bambini e il mondo della criminalità, la rappresentazione letteraria degli ambienti mafiosi.
Lo spunto del percorso è stato offerto dalla lettura dell’omonimo romanzo scritto da Niccolò Ammaniti nel 2001 e trasformato in film da Gabriele Salvatores nel 2003. A presentare agli alunni di Terza il contesto sociale, politico e giudiziario in cui si colloca la stagione dei sequestri, che in Italia contò più di 600 casi negli anni settanta-ottanta, sono intervenuti gli studenti della 4^ Bs del Liceo Scientifico Galilei di Voghera accompagnati dalla Prof.ssa Federica Scarrione, referente provinciale del Centro per la Promozione della Legalità.
«Spesso si pensa che la mafia sia un fenomeno circoscritto alle regioni del Sud», hanno spiegato i ragazzi, «eppure la Lombardia è stata la regione in assoluto più colpita dal fenomeno dei sequestri e ciò dimostra che da decenni esistono forti connivenze e radicamenti della criminalità organizzata anche al Nord.» I sequestri a fini di estorsione rappresentarono per molti anni una strategia criminale usata da mafia e ‘ndrangheta per garantirsi introiti illegali e per finanziare attività illecite, ma poi furono progressivamente abbandonati grazie all’inasprimento delle pene previste dal Codice Penale e soprattutto al blocco dei beni della famiglia voluto dallo Stato.
«Con il passare del tempo i sequestri di persona sono diventati sempre meno sicuri e redditizi per la criminalità organizzata e hanno lasciato il posto al traffico di stupefacenti che oggi rappresenta la principale fonte di guadagno.» Sfogliando i giornali di quegli anni si coglie molto bene il clima di allarme, inquietudine e insicurezza che la mafia voleva diffondere nel paese, scegliendo spesso di rapire minori per obbligare le famiglie a pagare un cospicuo riscatto in tempi brevi. E proprio in provincia di Pavia si sono verificati alcuni dei casi più celebri della cronaca di quegli anni, basti pensare al sequestro dell’imprenditore Giuliano Ravizza o del giovane Cesare Casella.
«Negli anni il modus operandi della mafia è cambiato e ha sempre più coinvolto i cosiddetti “colletti bianchi”», hanno concluso gli studenti del liceo, «ma un elemento è sempre rimasto costante: l’omertà degli ambienti vicini alla criminalità, senza la quale nessuna delle attività illecite gestite dalla mafia nella sua lunga storia avrebbe potuto radicarsi nel territorio».
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