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PAVIA 14/03/2017: Fumo e Piombo. In corso in tutta italia un blitz della Gdf di Pavia per scardinare un’associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti e alle rapine

Marzo 14
09:02 2018

PAVIADalle prime luci dell’alba è in corso in tutta Italia una imponente operazione anti-criminalità nata dalle indagini della Guardia di Finanza di Pavia (svolta insieme al personale dello SCICO – il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) volta a disarticolare un’associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti ed alle rapine su tutto il territorio nazionale.

Denominata Fumo e Piombo, l’operazione prevede l’esecuzione 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere in Lombardia, Calabria e Puglia, il sequestro di beni mobili ed immobili per oltre 2 milioni di euro; e oltre 30 perquisizioni.

I reati contestati sono traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ricettazione, riciclaggio, detenzione di armi da guerra, tentata rapina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano hanno consentito il sequestro di oltre 2 tonnellate di stupefacenti.

Le investigazioni hanno consentito di disarticolare una associazione criminale dedita all’importazione di ingenti quantitativi di stupefacenti che aveva la propria base in una officina di Bollate trasformata, per l’occasione, in un vero e proprio bunker all’interno del quale era stato ricavato un poligono di tiro per il collaudo delle armi.

Molteplici e sofisticati erano anche gli accorgimenti adottati dai membri del sodalizio criminoso – alcuni dei quali pregiudicati – per evitare il controllo da parte delle forze di polizia. Nonostante tutte le misure di protezione adottate i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pavia, coordinati da Ascione della Procura della Repubblica di Milano, sono riusciti a raccogliere gli elementi sufficienti per sequestrare diversi carichi di stupefacente, per circa 2.000 chilogrammi, arrestando i corrieri e disarticolando i canali di approvvigionamento.

Le indagini, non solo hanno permesso di ricostruire la struttura dell’organizzazione delineandone ruoli e compiti di capi e gregari, ma hanno anche consentito di scoprire come veniva ripulito il denaro ricavato dalla vendita dello stupefacente.

L’aggressione dei patrimoni illeciti consente, infatti, di colpire le organizzazioni criminali nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali ed imprenditoriali restituendo alla collettività i beni illecitamente accumulati.

Per questi motivi sono state sequestrate le nove società attraverso le quali il denaro veniva riciclato, le autovetture e gli immobili residenziali acquistati con i proventi illeciti.

 

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