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PAVIA 05/08/2017: Caldo e siccità, miele addio. Alveari pavesi a secco. Coldiretti: Perdite fino all’80%

Agosto 05
09:53 2017

PAVIAGli alveari pavesi sono a secco. Colpa della siccità e del caldo torrido, che dopo l’ondata di gelo registrata in primavera hanno provocato nelle “case del miele” perdite fino all’80 per cento.

E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sulle conseguenze dell’ondata di calore che sta investendo l’Italia da nord a sud. “Dopo le gelate di primavera – sottolinea Wilma Pirola, Presidente di Coldiretti Pavia – adesso i quasi 300 apicoltori presenti nel territorio pavese devono fare fronte a temperature africane che, soprattutto in pianura, stanno facendo seccare i fiori spontanei, togliendo in questo modo risorse e nutrimento alle api. A fine stagione in tutta la regione rischiamo di avere 500 tonnellate in meno di miele e di prodotti dell’alveare rispetto alle 1.700 tonnellate delle annate normali”.

In Lombardia – spiega la Coldiretti – vengono gestiti oltre 143mila alveari per una popolazione stimata di oltre 4 miliardi di api. E se la media regionale è di 28 alveari per allevatore, a Pavia la media sale a 53 mentre a Monza Brianza scende fino a 16.

Comunque il record di provincia più apicola per numero di alveari spetta a Varese con 21.026 “case del miele”, mentre il primo posto per numero di “pastori delle api” spetta a Brescia con 981 operatori.

Tiziano Veneroni, agricoltore che gestisce un laboratorio di apicoltura a Broni e dispone di una cinquantina di postazioni sparse in tutta la provincia di Pavia, è sconfortato: “La situazione era già drammatica in primavera. Adesso, se possibile, è ancora peggio. Nella nostra zona praticamente non ha piovuto, e per colpa della siccità abbiamo perso circa l’80 per cento della produzione. Noi abbiamo 800-900 cassette in produzione: in un’annata normale produciamo in media dai 300 ai 400 quintali di miele, quest’anno non siamo riusciti nemmeno ad arrivare ai 50 quintali. Le api hanno sofferto e tutte le varietà sono calate pesantemente”. Aggiunge Francesco Montagna, apicoltore di Mezzanino: “Ho una settantina di arnie in produzione, in un annata normale produco circa 25 quintali di miele Quest’anno il calo più pesante l’ho avuto sull’acacia, con l’80 per cento di produzione in meno. Qualcosa sono riuscito a salvare sul millefiori, ma soltanto perché ho le arnie vicino ai campi di erba medica e perché li ho irrigati due volte al giorno per salvarli dal caldo e dalla siccità”.

 

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