RIVANAZZANO 22/02/2017: Agricoltura. Rivoluzione nel comparto del grano. Partono i “contratti di filiera”. La svolta storica arriva dall’Oltrepo e coinvolge il pavese. Protagonosti i Molini di Voghera e Certosa
RIVANAZZANO – “Contratto di filiera” e partnership fra due realtà industriali che fino a ieri vivevano da semplici concorrenti. Per la coltivazione e la lavorazione del grano in tutte le sue varietà, l’anno 2017 si avvia con una vera e propria rivoluzione.
Il tema è stato tratto ieri sera a Rivanazzano nel corso di un incontro organizzato dai Molini di Voghera e dai Molini di Certosa.
“I contratti di filiera: un’opportunità seria. Incontro tra i produttori del territorio e due aziende di trasformazione”, questo il titolo della serata che si è svolta in Biblioteca.
Un incontro destinato a segnare la storia dell’agricoltura oltrepadana ma non solo perchè per la prima volta, su impulso della realtà produttiva iriense, introduce su un territorio in questo ancora vergine, il concetto di collaborazione spinta, chiara, formale, fra i principali attori del comparto: produttori di grani, mediatori e trasformatori.
Un’idea il cui significato e la cui motivazione di base è stata immediatamente chiarita ai molti agricoltori accorsi alla sala convegni della Migliora da Carlo Murelli.
“Nello statuto della nostra storica realtà – ha detto l’esponente dell’Associazione Granaria di Voghera – c’è anche la promozione delle filiera. Ma non siamo mai riusciti ad ottenerla perché non c’erano le condizioni storiche economiche e sociali per farlo. Condizioni che invece adesso ci sono”.
Murelli si è spiegato citando l’economista Kenneth Building, secondo cui nelle economie espansive sono i comportamenti competitivi quelli che premiano. Viceversa nelle economie recessive sono i comportamenti collaborativi che favoriscono il successo e lo sviluppo della specie.
“Oggi siamo in una fase economica recessiva, che rende necessaria la cooperazione”, ha sottolineato Murelli, che poco dopo ha ribadito il concetto parlando di “innovazione” e denunciando come “l’Oltrepo pur facendo innovazione non riesca ad essere competitivo”.
“Ciò succede – ha spiegato – perchè noi non abbiamo mai fatto quella che viene definita innovazione relazionale. Ed è per questo che stasera abbiamo pensato di mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori del comparto… al fine di sfruttare l’innovazione, di tipo relazionale, che viene proposta da due mulini. Individualmente abbiamo tutti un potenziale enorme – ha concluso Carlo Murelli – proviamo a ragionare insieme per vedere se si può costruire questa filiera che può dare valore aggiunto al lavoro di tutti”.
Dopo questo ‘sprone motivazionale’ iniziale, la parte più tecnica dell’incontro: quella dedicata ai contratti di filiera che i due mulini propongono ai loro rispettivi fornitori di grano.
Due accordi tecnicamente diversi – perchè diversi sono i target dei due stabilimenti (grano tenero per Molini di Voghera, realtà piccola ma super specializzata nelle farine da panificazione; e grano duro destinato all’industria biscottiera per i giganteschi Molini di Certosa) – ma, come ha spiegato Davide Rezzoli, A.D. dei Molini di Voghera, “con lo stesso modo di pensare sottostante; le stesse problematiche commerciali; la stessa esigenza di garantire al consumatore finale l’origine certa del prodotto.”
“Per quel che riguarda noi – ha proseguito l’Amministratore delegato vogherese – l’accordo di filiera è una presa d’atto di quello che facciamo ogni giorno attraverso la contrattazione con i singoli produttori sul grano di cui abbiamo bisogno. Con la filiera si tratta solamente di metterla nero su bianco”.
Il contratto di filiera è stato quindi illustrato. Il documento – come spiegato da Rezzoli – è composto da due parti: un accordo commerciale e da un capitolato agronomico, che per i Molini sarà seguito da Vittorio Milani (il quale curerà l’applicazione dei capitolati tecnici… dalle concimazioni, ai trattamenti alle altre fasi della produzione).
Rezzoli ha subito precisato “che la presenza del tecnico controllore è condizione necessaria per la firma dell’accordo”. Ma ha anche specificato che “nel contratto non ci saranno vincoli nell’acquisto dei prodotti per la coltivazione”, perchè ha aggiunto. “l’importante per noi è che i trattamenti vengano fatti”.
Fra le condizioni da rispettare in maniera “stringente” per aderire al contratto ci sono anche “l’identificazione dei terreni” (tramite i mappali) e la “semente” (che dovrà essere delle varietà e della categoria richieste dai Molini (Arezzo/Altamira; Aubusson/Bolero; Bisanzio; Bologna; Rebelde e Taylor, con preferenza per le categorie “panificabili superiori” e “frumenti di forza”).
Quanto invece all’aspetto commerciale, il contratto prevede un premio diverso, e crescente (minore per la categoria Panificabile, massimo per la Forza, medio per i Superiori), a seconda della fascia di grano conferita al mulino.
“Come base di riferimento – ha poi aggiunto Rezzoli – abbiamo preso il bollettino dell’Associazione granaria di Milano”.
Mentre per i metodi di conferimento, saranno tre: sotto trebbia, sotto trebbia con prezzo da definire; oppure differito; ognuno dei quali avrà il proprio prezzo di riferimento stabilito nel contratto (per il ‘sotto trebbia’ ad esempio sarà il listino di luglio).
Ricordando che comunque il contratto di filiera lascerà dei margini di trattava per riconoscere di più a chi farà di più, e sottolineando che per i Molini di Voghera l’operazione “rappresenta la chiusura del cerchio per il progetto ‘Farina Oltrepò’“, Rezzoli ha lasciato la parola ai Molini Certosa.
Barbara Soravia, responsabile commerciale del colosso di Certosa di Pavia ha spiegato che lo stabilimento è intenzionato ad operare con il contratto “sia col grano tenero che con il grano duro”, ma che per il momento “lo attiverà con il grano duro”.
“Quello che noi chiediamo ai fornitori – ha precisato Soravia – oltre all’utilizzo della semente certificata, è di poter arrivare a dire ai nostri clienti che siamo in grado di rintracciare fino all’origine i nostri grani. Per farlo abbiamo bisogno di avere la documentazione sulla loro qualità, in termini soprattutto di peso e proteine”.
L’altra motivazione che ha spinto i Molini Certosa a puntare sul contratto di filiera – e che dovrà trovare necessariamente corrispondenza nei produttori che decideranno di aderire – data la mole di grani movimentati (40mila q.li al mese), è l’approvvigionamento di grandi quantità di materia prima.
“Per il grano duro la volatilità dei mercati è davvero forte – ha sottolineato Barbara Soravia -. Inoltre siamo in una zona in cui i lotti sono piccoli e racimolare grano sufficiente per fare coperture a lungo termine è quasi impossibile. Ecco allora che poter contare su una quantità di grano già subito a luglio ci farebbe felicissimi e ci eviterebbe di riversaci sul mercato estero.”
Mentre sul lato dei fornitori, ha aggiunto Soravia rivolgendosi agli agricoltori presenti “credo che per voi sia importante sapere che c’è comunque un’industria molitoria in zona in grado di acquistarvi il grano. L’importate in tutto questo – ha concluso – è trovare un accordo in cui ci siano vantaggi per entrambi”.
Fulcro e coagulo per il contratto di filiera (in particolare quello dei Molini di Voghera) sarà Marco Croce, mediatore intervenuto facendo un discorso improntato al più rigoroso realismo.
“Ciò che si sta cercando di fare con il contratti di filiera è adeguarci a ciò che in altri settori sta già avvenendo – ha spiegato il mediatore -. L’idea però, alla luce di quanto accaduto altrove, dove i progetti di filiera sono stati cavalcati solo per fare l’interesse di qualcuno, è di portare il progetto della tracciabilità anche nel nostro settore. Ma facendolo in una maniera più blanda, più semplice, senza trucchi: puntando su un progetto di filiera che distribuisca poco… perchè poco c’è da distribuire in questo periodo, e che quel poco arrivi davvero a tutti.”
A fronte di ciò, Croce ha tenuto a precisare che i vincoli per chi aderirà al contratto ”saranno il minimo sindacale”; che “non ci sarà obbligo per nessuno di acquistare niente da nessuno”; ed anche che la presenza del tecnico dovrà essere vista come quella di mero “supervisore che darà consigli ma non imporrà nulla”.
Queste e altre caratteristiche del “Contratto di filiera” (come ad esempio “l’assenza di costi occulti nell’accordo”, come è stato precisato nel corso della serata… l’agronomo verificatore, ad esempio, sarà a carico dei mulini) potranno essere approfondite dagli agricoltori rivolgendosi direttamente ai due stabilimenti.
“I Molini di Voghera saranno pronti per la firma già la settimana prossima”, ha precisato alla fine l’amministratore delegato Davide Rezzoli. Mentre per i Molini di Certosa ci vorrà un po’ più di tempo. La serata era stata introdotta dal sindaco di Rivanazzano Romano Ferrari, che ha ringraziato i Molini di Voghera per aver organizzato la serata alla biblioteca del Comune “su un tema che ha portato risultati positivi per tutti” e per aver allargato l’iniziativa ai Molini di Certosa.
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