VOGHERA 18/01/2017: Danneggiate auto di medici e pazienti. Il vandalo dell’Ospedale è tornato. Tutti sanno chi è. Quel che fa è considerato un flagello. Ma non c’è niente e nessuno che sembra poterlo fermare
VOGHERA – Il giovane che da anni crea problemi con i suoi comportamenti violenti all’interno dell’ospedale di Voghera è tornato a colpire.
La notte scorsa il ragazzo, un 28enne residente in città, con una famiglia disagiata alle spalle, affetto da problematiche comportamentali, mosso dall’ennesimo raptus, ha danneggiato alcuni distributori di bevande e merendine al piano terra del nosocomio.
Non contento ha preso di mira le auto dei dipendenti e di alcuni pazienti. Il ragazzo mentre commetteva i vandalismi sulle auto posteggiate dentro alla struttura sanitaria iriense sarebbe anche stato colto in flagranza da uno dei proprietari dei mezzi (un medico), che lo avrebbe redarguito ricevendo per tutta risposta insulti e minacce. Su posto sono state chiamate le forze dell’ordine, che hanno portato via il giovane per alcune ore.
In mattinata però (oggi) il giovane era già tornato all’interno del nosocomio, dove sembra trascorra (insieme alle panchine di piazza San Bovo) molte ore del giorno e pure della notte.
Il caso del 28enne è annoso e noto davvero a tutti, non solo a polizia e carabinieri, che spesso sono chiamati a rincorrerlo per le sue malfatte. Ma anche e soprattutto a chi suo malgrado deve conviverci all’interno del nosocomio vogherese, luogo eletto non si sa per quale motivo a zona prediletta per la sosta.
Il “curriculum” del giovane è lunghissimo, frutto degli improvvisi sbalzi di umore di cui soffre.
Un momento prima è calmo e tranquillo, consapevole anche di ciò che fa di male, tanto da arrivare a chiedere scusa e dire: “Mi dispiace” (racconta oramai la gente dell’ospedale che lo conosce bene). Un momento dopo diventa una furia, tanto da spaccare imbrattare ogni cosa che gli capita a tiro.
E’ lui infatti che pochi anni fa ha cercato di incendiare il pronto soccorso. E’ lui che ha tentato di incendiare il benzinaio privato di piazzale Quarleri, poco lontano dal pronto soccorso. E’ lui che innumerevoli volte ha mandato in frantumi le macchinette distributrici di bevande, caffè e merendine presenti nei corridoi dell’ospedale. Opera sua sono molti dei vetri trovati spaccati all’ex pronto soccorso e in altre zone della struttura. Così come sono opera sua molti muri trovati imbrattati con scritte e tazze di caffè piene scagliate con ira contro le pareti.
E poi ci sono i sospetti di furtarelli commessi nei reparti. E ancora gli innumerevoli ricoveri al pronto soccorso (quasi 200 è capitato un anno) per le più diverse ragioni: dalle ferite procurare chissà dove e per colpa chi, a semplici simulazioni, a gesti di autentico autolesionismo.
Una situazione quella del 24enne che niente e nessuno sembra poter risolvere o quanto meno frenare, o influenzare. Con massimo sconcerto di chi l’ospedale lo vive ogni giorno per lavoro.
“Nessuno, in 8 anni che questa situazione va avanti, è riuscito a fare nulla – dice un dipendente -. Nè le forze dell’ordine, che fanno quel che possono nel momento in cui le chiamano. Nè la Prefettura. Nè la magistratura a quanto pare. E nemmeno l’ente sanitario. Per ora si è assistito ad una sorta di rimpallo delle responsabilità fra enti, che alla fine diventa, forse per mancanza di volontà, forse per l’oggettiva complessità della materia, uno scarica barile. Peccato – aggiunge il dipendente – che le conseguenze alla fine le paghiamo noi e a volte i pazienti. Chissà, forse tutti stanno aspettando che succeda qualcosa di irreparabile per agire con la dovuta risolutezza”.
Di risolutezza e fermezza parla un altro dipendente.
“Anche per casi come questi c’è troppo buonismo in Italia. Persone come questa, per via della loro invalidità, sono diventate intoccabili. Non possono essere tenuti fuori dalla struttura con la forza e una volta dentro non possono essere allontanate con la forza, se non nel momento in cui commettono qualche violenza. Quando succede però pochi giorni dopo tornano, e nessuno può tenerli lontani. Oltretutto non si capisce neppure quanto tutto ciò dipenda da problemi di salute e quanto da un atteggiamento voluto, oppure dovuto allo sfruttamento della condizione di impunità di cui di fatto gode”.
Il caso è complesso, e per ora è tollerato (ma sempre più a fatica) anche per via di innegabili motivi “umani”.
“Se non si vuole intervenire per fermare i danni che produce – dice un terzo dipendente dell’ospedale –, lo si faccia per aiutarlo. Al di là delle continue violenze messe in atto contro la struttura, è evidente che quel ragazzo soffre e che ha bisogno d’aiuto. Di certo, se lo si lascia qui dentro in quel modo, dove oramai la situazione si è incancrenita e dove la si affronta alla giornata, non si aiuta né noi né lui.”
Dall’Ospedale per ora parole di circostanza. “Prendiamo atto della situazione e stiamo cercando in tutti i modi di mitigare le conseguenze di questi spiacevoli atti. Abbiamo provveduto a fare denuncia agli organi competenti”.
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