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VOGHERA 10/11/2016: Viaggio fra gli oggetti custoditi al Museo Ferroviario. Una Collezione che si amplia… e che (in gran segreto) va a caccia del locomotore della Ex Voghera-Varzi

Novembre 10
17:52 2016

VOGHERA – Il Museo della ferrovia di Voghera cresce e punta sempre più in alto. Intitolato a Enrico Pessina (grande collezionista di oggetti ferroviari), il Museo, realizzato all’interno dell’Autoporto, a pochi passi dai binari della stazione iriense, è stato voluto e creato da Salvatore Ciccio, ex macchinista dei famosi Pendolini, i primi treni super veloci (quelli che si piegavano i curva) entrati in servizio sulle strade ferrate italiane.

E’ il ferroviere Cicciò (…ferroviere non si smette mai di esserlo!) – reduce della giornata di festa fra macchinisti in quiescenza svoltasi in città, in cui ha ricevuto la pergamena per i 15 anni di pensionamento – che ogni giorno lavora per catalogare i vecchi e scovare nuovi reperti attinenti la vita dei treni: oggetti storici da esporre e mettere a disposizione di appassionati e di chiunque, curioso, voglia vistare il Museo.

Nelle ultime settimane il patrimonio della collezione si è ampliato. Sono state esposte nuove divise (come quella appartenuta al capo gestione di Sesto San Giovanni Ernesto Cremaschi, donata al museo dalla moglie), ma anche molti reperti documentali.

Come i Precetti della Prefettura, oppure le multe e i permessini rilasciati ai ferrovieri. Oppure ancora l’orario “Pozzi” dei treni, risalente al 1915. “Questo è un reperto rilevantissimo – spiega galvanizzato Cicciò -. Sulla copertina si possono notare ancora il prezzo… una lira! ed anche il simbolo del Regno d’Italia… un vero cimelio”.

Nella bacheche sono poi state inserite foto dei partecipanti ai corsi di fuochisti dei lontani anni 1911 e 1922 e oggetti legati della vita quotidiana lavorativa di macchinisti, controllori e capitreno, come il mitico l’orologio Perseo.

Nel Museo c’è proprio di tutto, dai classici fanali dei treni (“ancora funzionati!”, rivela il ferroviere mentre ne accende uno); alle cappelliere, alle tendine e alle moquette degli allestimenti interni delle vecchie carrozze. E ovviamente non possono mancare i modellini di tutti i treni che hanno viaggiato sulle tratte italiane.

Passando per il grande plastico realizzato in parte da Enrico Pessina e parte da Beppe Buzzi, il grande attore comico dialettale vogherese ma anche macchinista delle locomotive a vapore, si arriva alla piccola sezione dedicata alla ex Voghera-Varzi, la tratta ferroviaria che, pur smantellata nel lontano 1966, è rimasta nelle menti e nei cuori degli oltrepadani (e che rappresenta uno di più gravi errori strategici fatti dalla politica e dalle Istituzioni nella gestione di questo territorio).

“Sono ancora tanti quelli che sognano di percorrerla – spiega Cicciò mentre mostra la bacheca in cui è contenuta la tesi di laurea di Patrizio Grossi: lavoro tutto incentrato sul perché della dismissione della preziosa e suggestiva linea -. Oggi, con il recupero del Settebello (che avverrà all’Ogr di Voghera ndr) – prosegue Ciciò -, le Ferrovie vorrebbero rilanciare questa forma di turismo su rotaia. Una bella cosa. Sono certo infatti che se la linea fosse ancora attiva in tanti salirebbero fino a Varzi anche solo per percorrerla.”

Ed è proprio a proposito della cara vecchia Voghera-Varzi (oggi in parte, lo ricordiamo, trasformata in pista ciclopedonale) che si registra una della più importanti novità del Museo ferroviario Pessina.

Una novità da trattare con cautela perchè ancora esile e in divenire.

Nonostante questo l’impegno del Museo c’è. Quale? L’impegno di cercar di portare a Voghera dall’Abruzzo uno dei locomotori (il “52”) in servizio sulla tratta.

“I contatti ci sono stati – ammette cauto Salvatore Cicciò, preso in contropiede – ma sono ancora alle prime battute. La locomotiva fino ad alcuni anni fa era in servizio sulla linea Sangritana. Ora invece è parcheggiata in qualche capannone. Sarebbe davvero una bella cosa riportarla a casa”.

Ovviamente l’”operazione ritorno” non è semplice. Occorrono i contatti giusti. E poi bisogna sincerarsi delle reali condizioni del locomotore. Nonostante ciò i macchinisti disposti ad andare a prenderla sarebbero già stati trovati.

Per ora, al museo ferroviario Pessina di Voghera, della vecchia “Voghera-Varzi” ci sono solo diverse foto, alcune targhe e un tessera di abbonamento viaggio dell’annata 1962 e 1963 (per la cronaca appartenuta a Graziella Albani). Il tutto ovviamente sognando d’avere parcheggiato nei giardini all’ingresso del Museo, il “Locomotore 52”… sognare non fa mai male.

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