ROMA Toccafondi (Miur) “Investiamo ancora sulla scuola. Dibattiti ideologici e fuori dalla realtà sono paradossali”
ROMA – Pubblichiamo l’intervista esclusiva rilasciata al nostro partner Tribunapolitcaweb (circuito del quale anche vogheranews.it fa parte) da Gabriele Toccafondi.
di Dario Tiengo – “Questa è una legge di Stabilità che trova risorse per la scuola. Ancora una volta, scegliamo di varare una legge di Stabilità che non toglie risorse, ma le dà. Voglio partire da qui, perché in Italia c’è un dibattito un po’ paradossale. Il Governo dà risorse al mondo della scuola, alla scuola, alle scuole paritarie; paradossalmente, invece, si rischia di avere un dibattito surreale sul fatto che si poteva fare di più, quasi da ‘si stava meglio quando si stava peggio’”. Inizia così il nostro colloquio con Gabriele Toccafondi, sottosegretario del Miur che tribunapoliticaweb.it aveva già intervistato sulle scuole paritarie un mese fa.
Toccafondi, 44 anni, una carriera politica prima come consigliere comunale a Firenze (dal 1999 al 2004),poi deputato iscritto al gruppo Pdl (dal 2008 al 2013). Nel novembre 2013 aderisce al Nuovo Centrodestra. Ha passione politica ed è “affezionato ai numeri”. Non ama parlare senza dati, un riferimento per chi vuole toccare la realtà dei fatti senza cedere alle tentazioni ideologiche. La nuova legge di Stabilità, in esame al Parlamento, continua il percorso di investimento sulla scuola. Ecco come.
Ripartiamo dalle paritarie…
Il tema delle paritarie lo reputo assolutamente centrale. L’avevamo detto anche nell’intervista che la vostra testata mi ha fatto in ottobre. Tre anni fa nella legge di Bilancio 2014 c’era un fondo per le paritarie pari a 272 milioni che rischiava di far chiudere la poca parità in Italia. Adesso siamo a 500 mln di fondo stabile e duraturo nel tempo. Tutti i fondi sono dati dal Miur senza passare dalle Regioni, assicurando la tempistica delle erogazioni. L’anno scorso abbiamo creato un fondo per la disabilità di 12 mln e detrazioni per le famiglie fino a 400 euro di retta con il risparmio di 76 euro anno a bambino.
Con la nuova legge di Stabilità che cosa cambia?
In una situazione in cui in due anni e mezzo abbiamo dato segnali fortissimi sulla parità scolastica, quest’anno ci sono ancora 100 mln di euro in più e andremo avanti su tutti i fronti. Sul fondo, ad esempio, che aumenta di 25 mln (da 500 a 525),destinati alle scuole materne. C’è il raddoppio dei fondi sulla disabilità – si passa a 24,5 mln – e si va avanti anche sulle detrazioni per le famiglie. Lo facciamo gradualmente, in tre anni, da 400 a 800 euro. L’anno prossimo 640, fra due anni 750, e fra 3 anni 800 euro, quindi il risparmio fiscale salirà fino a 150 euro e passa. C’è anche una novità che si trova nel capitolo rivolto alla famiglia: un voucher di 1.000 euro, che arrivano alla famiglia come contributo per l’asilo nido da spendere in strutture statali, comunali o private. Questa la fotografia generale. Oltre 100 mln in più sulla parità, e avanti sulle tre direttrici per aiutare famiglie, scuole, e aiuto consistente a famiglie con disabili.
Sindacati e Associazioni hanno espresso perplessità sulla manovra, alcuni anche delusione e irritazione. Che ne pensa?
Siamo in presenza di un discorso un po’ paradossale. Il Governo finanzia la scuola e la parità e i sindacati e alcune associazioni delle scuole paritarie si dichiarano insoddisfatte. La Fism, per capirci, negli ultimi giorni ha parlato di delusione e irritazione. Se qualcuno rimpiange gli anni dei tagli di Tremonti e di Visco si accomodi, io non li rimpiango. Erano gli anni in cui le battaglie si facevano per integrare il fondo o parte del fondo. Oggi ci sono 100 mln in più.
E i sindacati?
Questo Governo due anni fa ha messo 3 mld di euro sulla scuola e gli scioperi nel mondo della scuola sono aumentati del 350%. Abbiamo assunto 150mila professori a tempo indeterminato, abbiamo messo 100mln l’anno sull’alternanza scuola-lavoro e 200mln per il merito degli insegnanti. Abbiamo cambiato il paradigma della scuola: si entra solo per concorso, entra la qualità. Paradossalmente, la risposta è stata un aumento degli scioperi: abbiamo avuto scioperi della fame, girotondi, in alcune regioni il primo giorno di scuola – sia due anni fa sia quest’anno – è saltato per assemblee sindacali. Insomma, ribadisco, è un po’ paradossale; soprattutto – come ho sempre detto – mi sembra sia totalmente sproporzionata la questione rispetto a quello che è stato messo sul piatto. Richiamo tutti al senso di realismo, perché quando si parla di scuola bisogna parlare con realismo. Cerchiamo di essere attenti alla realtà. Come nel caso dei “diplomifici”, di cui siamo avversari molto determinati.
Ci sono dati sui “diplomifici”? E come procedete?
Lo scorso anno scolastico abbiamo fatto una cosa che in questo Paese non si faceva da 40 anni, cioè un controllo a tappeto di 600 scuole circa. Il 70% di scuole superiori. Tante sono state le ispezioni e tante sono state le scuole che non hanno avuto problemi. Però ci sono numeri che non lasciano tranquilli, come sapevamo. In decine di scuole abbiamo tolto la parità scolastica.
Si sta facendo sul serio…
È la prova che noi stiamo facendo le cose per bene, che crediamo nella parità scolastica e non crediamo in chi infanga il nome della parità scolastica con i “diplomifici”. La scuola è impegno, noi dobbiamo dare questo messaggio. Ci sono scuole dove sono stati rilevati problemi gravi: lì abbiamo tolto la parità scolastica. Ci sono poi i rilievi fatti dagli ispettori: il risultato è che o le scuole si mettono a posto o gli verrà comminata la sanzione massima: la cancellazione della parità.
Qual’è la sua diagnosi sulle risposte conflittuali?
Ho usato più di una volta il termine “paradossale”. Non mi sembra abbia una logica oggettiva lo scontro fra un mondo sindacale, il Ministero e il Governo, quando c’è uno sforzo immenso per trovare risorse
Lo considera un atteggiamento strumentale?
Io sono sempre per la buona fede, spero che un conflitto si avvii perché sono stati commessi evidenti errori. Però non li ho visti: ho visto certamente problematiche e ho sempre riconosciuto la necessità di affrontarle. Prendiamo un altro paradosso: l’alternanza scuola-lavoro. E’ utile, la mettiamo obbligatoria e la finanziamo. La Cgil ha tentato di raccogliere 500mila firme – e non c’è riuscita – per togliere l’obbligatorietà. Di fatto vorrebbe dire togliere l’alternanza scuola-lavoro. Bisogna togliere l’approccio ideologico: solo così si riducono le distanze per fare.
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