RIVANAZZANO 03/10/2016: Agricoltura. Battere la crisi con il progetto Farina Oltrepo. I Molini di Voghera con Terrepadane lanciano i “contratti di filiera”. Agli agricoltori l’invito a partecipare e a non abbandonare la produzione di grano
RIVANAZZANO – Superare la crisi mondiale che s’è abbattuta sulla cerealicoltura puntando tutto sulla qualità della farina e del grano; su un serio progetto di filiera che garantisca qualità e tracciabilità al prodotto e sull’unità e la coesione degli operatori che operano in quella filiera.
E’ per trasmettere questo messaggio, e in particolare per spiegare che ci sono sbocchi concreti e reali ai sacrifici richiesti (costanza nella produzione locale; costanza nella qualità dei grani conferiti alle macine vogheresi), che i Molini di Voghera, nel tradizionale incontro con gli agricoltori, hanno deciso di puntare tutto sul tema della fornitura della propria materia prima(farina Made in Oltrepo) al gruppo Autogrill, in piena espansione con il progetto Bistrot.
Un obiettivo che, come spiegato giovedì sera alla biblioteca di Rivanazzano, si può raggiungere solo con la collaborazione piena fra coltivatori e Molini.
“Con l’incontro di oggi – ha detto l’amministratore delegato dei Molini Davide Rezzoli in apertura, dopo il saluto del sindaco Romano Ferrari – vogliamo dare agli operatori l’opportunità di riflettere su come con un progetto di filiera che parte dal territorio si riescano a raggiungere realtà e risultati che lavorando da soli non sarebbero mai raggiungibili”.
“La crisi, lo sapete benissimo – ha proseguito Rezzoli – investe tutti e molti cercano alternative alla coltivazione del grano. Noi però crediamo che la cerealicoltura in Oltrepo non solo sia assolutamente insostituibile, ma possa anche costituire una forma di risposta alla crisi. Ciò che proponiamo a voi agricoltori è di lavorarci sopra. Sappiamo che i prezzi in questo momento non sono quelli che vi aspettate – ha aggiunto Rezzoli -. Ma se riusciamo a valorizzare di più la nostra produzione, facendo massa, sicuramente avremo risultati migliori”.
Per poter raggiungere il risultato però non basta l’”idea” di realizzare una farina tutta italiana e oltrepadana, né la concretezza di poterla piazzare in una vetrina d’eccellenza come i Bistrot di Autogrill (450 punti vendita in tutta Italia).
Occorre anche che all’origine vi sia materia prima, cioè grani, di elevata qualità.
Per questo motivo i Molini sono entrati in partnership con Terrepadane, con cui hanno avviato un progetto di certificazione della filiera.
“Si tratta di un progetto pilota – ha precisato l’Ad Rezzoli -, un’iniziativa a libera partecipazione che vogliamo inseguire attraverso un’interfaccia che ci offra supporto e ci valorizzi”.
L’interfaccia è dunque Terrepadane (consorzio attivo in 6 diverse province, 16 sedi, Cigognola il più vicino, 2000 soci, con un fatturato di 185 milioni di euro) che in sala era presente con l’”Area manager” Stefano Fugazza.
“Con i Molini di Voghera – ha detto il responsabile commerciale del Consorzio – è nata la voglia di creare un progetto di filiera che punti a valorizzare le coltivazioni di frumento del nostro areale e a determinare una tracciabilità destinata all’ottenimento di farine adatte ai progetti del Molino di Voghera.
Nostro compito – ha aggiunto – sarà di supportare la produzione e la coltivazione del grano, anche per dare una maggiore redditività a quelle aziende agricole che lavoreranno in un certo modo. Insomma – ha detto Fugazza – Terrepadane è affamata di persone che producano bene grano di qualità… grano che non crei difficoltà nelle forniture ad aziende esigenti come Barilla o come i Molini di Voghera”.
Stefano Fugazza ha quindi illustrato le principali problematiche che vanno evitate se si vogliono buoni grani… e che rappresentano le maggiori difficoltà riscontrate nelle produzioni locali (soprattutto in termini di virosi della pianta) dovute a cattive pratiche agricole (assenza di trattamenti ecc).
Fugazza ha poi passato in rassega le varietà di frumento (Rebelde; Giorgione; Akamar e altre) su cui si punterà per ottenere i grani necessari al conferimento ai Molini.
“A giorni – ha concluso Fugazza –, con chi lo vorrà, Terrepadane partirà con il progetto stabilendo un contratto di filiera per la coltivazione delle varietà selezionate. Passaggio che prevedrà la sottoscrizione di un contratto agronomico capace di garantire che le produzioni vengono fatte nella maniera corretta.”
Un contributo importante all’incontro è stato dato anche Gianluigi Mazzolari, presente a Rivanazzano con uno studio sull’importanza e il peso dei prodotti ottenuti della lavorazione delle farine (pane, pizze, biscotti ecc).
“Il 61% degli sfarinati in Italia è usato per produrre il pane – ha rivelato lo studioso – il 17 per la biscotteria, il 9 per le pizze”. Confrontando i numeri italiani con quelli europei, Mazzolari ha poi spiegato che “da noi, a differenza di altri Stati, solo l’8 della produzione è industriale; il 5 è surgelato mentre l’87% dalla produzione è artigianale.”
Ed è proprio a proposito di “artigianale” – a dispetto della dimensione “industriale” – che poco dopo è intervenuto Francesco Brondolo, responsabile sviluppo nuovi prodotti di Autogrill.
Brondolo ha illustrato la storia e i principi ispiratori del progetto di ultra qualità “Bistrot” di Autogrill, spiegando come la produzione avvenga non in maniera centralizzata ma in ogni singolo “Panetteria-Bakery Corner” presente all’interno di ogni Bistrot.
“Panini e pizze sono cotte quotidianamente dai panettieri Bistrot utilizzando lievito madre, farine locali (quelle dei Molini di Voghera), ricette standard e locali”, ha detto Brondolo.
Il responsabile Bistort ha poi chiarito come per tutto ciò sia “necessario instaurare una collaborazione con i Mulini e i Fornai locali, in grado di fornire le farine con caratteristiche tecniche specifiche e il pane tipico locale non producibile in-store.”
“Oggi il consumatore finale ha grande interesse a conoscere l’origine di ciò che consuma – ha commentato a seguire l’Ad dei Molini di Voghera Davide Rezzoli -. Un grandissimo vantaggio per noi questo! Perché nell’etichetta della nostra Farina Oltrepo noi siamo in grado di garantire che i grani sono prodotti dagli agricoltori operanti sul nostro territorio.”
La nota conclusiva dell’ospite però è stata in polemica (con un appello ed un ammonimento) con i produttori che per la crisi stanno facendo scelte estreme.
“Sappiamo che molti di voi , per esigenze e motivazioni economiche, sono in conversione totale o parziale verso coltivazioni alternative o non tradizionali. Noi siamo invece convinti che con produzioni convenzionali, produzioni fatte bene, seguendo regole precise che garantiscano la qualità (come quella che noi chiediamo per il nostro progetto Farina Oltrepo), si possa avere un futuro e margini per della redditività.”
“Certamente – ha concluso polemicamente Rezzoli – non si può proprio vedere chi dice agli agricoltori: Non seminate più il grano!. Tutto ciò, quando in una realtà come la nostra la coltura del grano è indispensabile. E quando, come da noi, esistono zone vocate per la produzione di grani di alta qualità.”
IL PROLOGO ALLA CANTINA ADORNO
L’incontro di giovedì sera alla biblioteca di Rivanazzano fra i Molini di Voghera e gli agricoltori ha avuto un prologo alla cantina Marchese Adorno.
I relatori della serata (insieme a due tecnici del settore, Fabio D’Elia, ricercatore nell’ambito dei lieviti e stagista a Molini; e Fabio Lodigiani, panificatore di Fumo e ‘sperimentatore’) si sono trovati nella prestigiosa cantina di Codevilla per degustare alcuni tipi di pane speciale realizzati con farine dello stabilimento vogherese.
Innaffiati da due vini bianchi, uno rosso e uno rosato, durante l’”anteprima” sono stati assaggiati un pane senza glutine, un pane con riso carnaroli, un pane nero con riso venere, uno giallo con la zucca e altri con semola e grano saraceno.
Alcuni di questi pani, alla ricerca di nuovi aromi – è stato spiegato all’incontro – sono stati prodotti utilizzando lieviti provenienti da lavorazioni differenti da quella della panificazione.
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