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MONTESEGALE 10/10/2016: Migranti. Sul caso interviene Borghi Autentici. “Non rispettata la proporzione stabilita dal Governo. Il Comune è aperto ma l’accoglienza deve rispettare sia il borgo sia il diritto dei rifugiati di avere un futuro”

Ottobre 10
09:31 2016

MONTESEGALE – Nella Guerra scoppiata a Montesegale sull’accoglienza di 45 migranti (di cui per ora ne sono arrivati solo 7, che vivono in una tenda all’interno del cortile di una ex casa di riposo non ancora agibile), interviene anche l’associazione Borghi Autentici d’Italia cui il Comune da anni appartiene.

Citando un passo del Manifesto del sodalizio (“Il borgo, sensibile al valore della fratellanza e disponibile all’accoglienza anche nei confronti di cittadini e lavoratori provenienti da altri Paesi europei ed extraeuropei, deve diventare sempre più un luogo basato su un ordine sociale in cui tutti i gruppi e le persone, compresi i nuovi arrivati anche in condizioni di precaria e provvisoria cittadinanza, siano integrati e partecipino alla vita sociale, economica e culturale. Un borgo aperto a tutti, un borgo dell’Europa”) Borghi autentici spiega che sì: “i piccoli comuni non devono tirarsi indietro dalle dinamiche di accoglienza e apertura”; e che sì, anche: non bisogna “chiudersi in se stessi, non nascondersi dalle responsabilità, non abbassare gli occhi di fronte a una situazione che richiede un intervento diretto”.

Ma dice anche “se il paese è pronto per l’accoglienza”, “questa accoglienza deve rispettare sia le esigenze del borgo sia il diritto dei rifugiati di avere un futuro che sia qualcosa di diverso – qualcosa di più – che un tetto (o peggio, una tenda) sotto cui passare le notti”.

Borghi autentici sintetizza poi i fatti ( “al borgo sono stati affidati 45 rifugiati, che dovrebbero soggiornare in uno stabile al momento non agibile; per ora sono 7 i migranti che hanno raggiunto il paese e che vivono in tende, in una frazione di soli 5 abitanti”) e su questa base dà il suo pieno appoggio a Carlo Ferrari che si sta opponendo all’arrivi di tutti e 45 i richiedenti asilo inviati dal Governo attraverso la Prefettura.

“In tutto questo – scrive Borghi Autentici – la reazione del Sindaco Ferrari, perfettamente in sintonia con il sentire della comunità locale del borgo pavese, si attesta su una richiesta di qualità: il piccolo paese è pronto sì a ospitare migranti ma ci sono alcune importanti condizioni che non dovrebbero – in nessun caso, non soltanto per quanto riguarda specificamente Montesegale – essere ignorate”.

Seguono le condizioni, riassumibili in “proporzionalità numerica” e “qualità dell’accoglienza”.

“Montesegale conta circa 300 abitanti, la frazione che dovrebbe accogliere i migranti ne conta 5- prosegue  Borghi Autentici  -: accogliere 45 migranti, così come era stato richiesto, significherebbe dover gestire circa 150 migranti ogni 1000 abitanti, mentre secondo il piano concordato tra Viminale e Anci il rapporto dovrebbe assestarsi sulla presenza di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti”.

In secondo luogo, la qualità dell’accoglienza.

“Montesegale si presta ad accogliere i migranti, non si tira indietro ma questa accoglienza deve essere un’accoglienza “di vita” – precisa l’associazione – . Nella maggiore parte dei casi il focus resta sulla gestione dell’emergenza, che sicuramente è una questione fondamentale e pressante ma che ha bisogno di essere, nel tempo, superata per concentrarsi invece sulle prospettive di un futuro comune da costruire”.

In questo senso per Boghi Autentici, “le parole del primo cittadino di Montesegale acquisiscono un valore particolare, perché spostano il focus dall’immediato al futuro… un futuro che, in quest’ottica di condivisione e accoglienza, dovrà mettere in gioco risorse, strategie e impegno: non accontentarsi di dare un’abitazione ai rifugiati ma desiderare che diventino, per il periodo di accoglienza, parte attiva della cittadinanza è un progetto ambizioso, profondo, sicuramente complesso, ma si tratta dell’unica via possibile affinché le dinamiche di puro assistenzialismo lascino il posto a una progettazione partecipata della vita di comunità”.

“La questione che il borgo autentico di Montesegale sta affrontando è dunque complessa e richiede un’estrema attenzione per coglierne criticità e opportunità. Ciò che sicuramente è importante mettere in evidenza è questo desiderio di includere, accogliere ma in modo profondo, realizzando percorsi di qualità che portino nel tempo a risultati positivi per tutti”, conclude l’associazione.

 

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