VOGHERA 22/09/2016: Licenziamenti Cameron. Quarto giorno di mobilitazione. Ancora altissima la tensione. Oggi è stato il giorno del funerale all’Azienda inscenato dai lavoratori in sciopero
VOGHERA – E al quarto giorno arrivò anche la bara. I lavoratori della Cameron, colpiti dal 160 licenziamenti (su 470 totali), dopo i blocchi e il braccio di ferro dei giorni scorsi con la proprietà e la dirigenza, questa mattina hanno portato una bara davanti ai cancelli dell’azienda.
Su quello che rappresenta il feretro della Cameron il messaggio è chiaro, lo spiega bene un “annuncio funebre”.
“Improvvisamente è mancata all’affetto dei lavoratori la ditta Grove ex Cameron. Ne danno annuncio i lavoratori, le famiglie e la dirigenza che è causa della morte”. Postilla: “Causa forte lotta da parte dei lavoratori (non tutti) ancora da definire la data dei funerali”.
La bara che questa mattina ha fatto la sua comparsa in via Betto è stata però solo un contorno alla lotta in corso per arrivare ad una trattativa che almeno riduca il macigno caduto addosso alle maestranze.
Una trattativa che al momento non sembra partire. Da un lato la dirigenza americana, personificata nel Plant Manager Jeff Conley, dice di non aver mandato per rivedere la decisione resa nota venerdì della scorsa settimana.
Dall’altro i sindacati chiedono invece un incontro in cui parlare della mobilità in sé ma anche dei destini dell’azienda.
Nadia Zambellini della Cisl Fim, Carlo Bossi della Fiom, Renzo Secco, Marco Patrese e Marie Rollo della Rsu interna, domandano di rivedere il numeri dei licenziamenti (i famigerati 160); ma anche di vedere un piano industriale che mostri la volontà di Schlumberger di portare qui a Voghera il lavoro.
Il timore infatti è che uno stabilimento così grande, commesse permettendo, non sia in grado di lavorare dopo i drastici tagli ai dipendenti.
Anche per questo, l’unica strada possibile intravista dalle parti sociali è un “intervento del governo centrale”, quel che nei fatti sarà chiesto al Prefetto nell’incontro in programma oggi alle 12.30 a Pavia.
Venendo alla “cronaca”, anche questa mattina a andato in scena il duro braccio di ferro sul far passare o meno i dirigenti.
La trattativa di oggi però è durata meno di quella di ieri: tutti i lavoratori infatti erano oramai consapevoli che tenere fuori la dirigenza era inutile e ancor di più impossibile: vista anche la presenza pure oggi degli agenti della Celere (questa volta muniti di caschi).
Qualche resistenza c’è stata ancora sui numeri di quanti potevano passare (ieri erano stati 18), poiché in via Betto, insieme a Conley, si sono presentati una cinquantina di dipendenti.
“Ci hanno detto che vogliono entrare perchè vogliono andare a lavorare – ha spiegato Marie Rollo, sindacalista interna per il comparto impiegatizio -. Se è per questo anche io, sola e con un figlio a carico, vorrei andare a lavorare. Ma non potrò più farlo perchè il mio capo mi ha licenziata… e senza neanche avere il coraggio di dirmelo in faccia. Che ero fuori l’ho dovuto scoprire leggendo l’elenco delle mansioni tagliate”.
Alla fine delle trattative si è convenuto di far passare 26 persone.
La modalità è stata quella inaugurata ieri, e che un lavoratore ha battezzato “tunnel della vergogna”, con la variante che oggi c’era la bara e la messa in scena del funerale.
I lavoratori non in sciopero, sempre scortati dalla polizia, sono così passati fra due ali di dipendenti in sciopero.
Finito il “tunnel”, come ieri, si è creato un corteo fino all’ingresso della palazzina di comando (posta in fondo a via Betto): davanti i dipendenti decisi ad entrare; dietro (separati da un cordone di agenti) i lavoratori in sciopero, alcuni dei quali con la bara sulle spalle.
Ancora come ieri applausi, fischi e cori all’indirizzo di chi non scioperava.
L’appuntamento con la lotta ora si sposta in città, dove alle 17.30 in piazzetta san Rocco si terrà un presidio. La cittadinanza è stata invitata numerosa.
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