VOGHERA 11/09/2016: Cester. “Serrata in via Emilia. Lo struscio meglio farlo a Casteggio Riva…o a Caracas”
VOGHERA – Riceviamo e pubblichiamo
Di Achille Cester.
“Domenica mattina 11 settembre ore 1030 , una leggera brezza di fine estate ti mette la voglia di uno struscio per la via Emilia due parole con gli amici i giornali freschi di stampa da leggere con calma davanti a un brunch di provincia . Lascio l auto in una deserta via plana che fa presagire il peggio ma sono ancora speranzoso in una mattinata di piacevoli incontri e di relax . La cruda realtà mi appare quando imbocco l isola pedonale e poi svolto in via Emilia, di giornali neanche a parlarne l edicola è sbarrata il bar d angolo è chiuso , va beh c è sempre il bar teatro che i giornali li trovi di default, ma fatti pochi passi anche qui l amara sorpresa : le sedie impilate in bell ordine la saracinesca verniciata di nuovo abbassata per il caffè giornali e quattro chiacchiere forse meglio andare a Casteggio o a Rivanazzano!
Di chi è la colpa difficile dirlo, senza altro la mancanza di una amministrazione non aiuta. La programmazione dei centri commerciali in periferia ha senz’altro ucciso già da anni l’alimentare sotto casa che una nota di colore e la ricerca di una michetta fresca un po’ di movimento lo crea. Ma anche il lasciare al caso ed all’iniziativa privata il salotto buono della città, mentre si pontifica da anni del recupero del Teatro, non è sintomo di buona gestione neppure in regime di commissario.
Certo, gli orari dei negozi e la programmazione della vita nel centro cittadino non sono ricchi appalti o nomine nelle municipalizzate che danno lustro e potere a chi li gestisce. Ma di sicuro contribuiscono a quel PIL immateriale che rendono gradevole, culturalmente interessante, ricca di valori immateriali la vita dei vogheresi!
Per mia sorte ho vissuto un anno a Caracas una megalopoli di milioni di abitanti di barrios sconfinati e di tensioni sociali devastanti , la domenica però una piccola parte del centro diventava il salotto dei tanti italiani che la vivono anche da più generazioni un momento di incontro di scambio di opinioni e di saluti, una tradizione che per niente gli italiani di là baratterebbero per tutto l’oro
Del mondo!”
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