BRESSANA 23/09/2016: I profughi ospitati in un Hotel bloccano la Provinciale. Protestano per le condizioni in cui sono costretti a vivere
BRESSANA – Lunghe code questa mattina sulla Sp325 e sulla Bressana Salice. Ma non per un incidente. A bloccare il traffico la protesta dei migranti ospitati nell’Hotel che si trova nei pressi delle due grandi rotonde lungo le due strade provinciali.
Il blocco è durato circa un’ora ed ha portato sul posto carabinieri, polizia, stradale e una camionetta del Reparto Celere.
I profughi, la maggior parte dai 18 a 25 anni provenienti dal centro Africa, alla fine vengono invitati ad abbandonare la strada. I ragazzi, tutti di colore, si convincono a tornare nel vicino Hotel anche grazie all’arrivo dei giornalisti, gli unici a cui in quel frangente possono raccontare il perchè della protesta.
Arrivati di fronte all’ingresso molti profughi (che dicono di essere in tutto poco più di 90) si avvicinano ai cronisti.
Tutti o quasi si esprimo in inglese, qualcuno in francese. Tutti vogliono raccontare il proprio disagio, non unicamente legato alla permanenza nell’hotel oltrepadano. Uno spiega, anche a gesti, che gli manca il dentifricio. Un altro mostra un tozzo di saponetta raccontando che ne usano uno in quattro e che c’è solo acqua fredda per lavarsi. Un altro invece si toglie le infradito spiegando che a molti mancano le scarpe. Un ragazzo magro, con indosso una tuta in pile blu, dice di non aver altri vestiti se non quello e di patire il freddo.
Più di qualcuno poi accenna a della “crema” e all’assenza nella struttura.
Chiediamo per cosa, e ci fanno capire che serve per alleviare i problemi di pelle che più di qualcuno sembra avere.
Secchezza. Ma non solo.
Qualcosa di più si capisce, della necessità di “crema”, quando uno di loro arrotola i pantaloni mostrando segni bianchi e fa capire di avere prurito.
Un altro, vicino, grande e grosso ma dal viso bambino, aiutato dagli altri, solleva la maglia mostrando sulla schiena e sul torace degli sfoghi diffusi.
Stessa cosa si vede sulle mani di un compagno. Tutti poi raccontano di non avere assistenza medica e che nella struttura c’è un profugo della Libia con una gamba rotta, piena di ferri, che non sarebbe mai stato visitato dal suo arrivo.
Altre lamentele riguardano il cibo di scarsa qualità a sempre e solo pasta, difficile da assumere per chi non è mai stato abituato a cibarsene; ed anche la presunta mancata distribuzione da tempo dei 2.5 euro al giorno che gli spetterebbero.
Uno degli ospiti dell’Hotel, un 19enne della Nigeria, spiega che questi rifugiati vogliono solo essere aiutati. Mentre alcuni mostrano dei messaggi scritti su carta da pacchi tutta stropicciata (le scritte recitano: “Abbiamo bisogno di aiuto da parte del Governo italiano”) uno di loro spiega. “Noi vogliamo essere utili alla vostra società. Vogliamo vivere in pace, imparare bene la lingua e se possibile lavorare. Però non ci è permesso. A molti di noi manca tutto, dalle scarpe ai vestiti. Siamo scappati dal nostro Paese ma qui stiamo trovando le stesse difficoltà”.
Sul posto insieme alle forze dell’ordine arriva il gestore. L’uomo, interpellato da VogheraNews sulle lamentele dei migrati, fa in tempo solo a dire che “Le scarpe gliele abbiamo date ma se si rompono non è colpa nostra” e, riferendosi al sapone che “Tutti gli ospiti sono forniti di kit…”, che viene invitato dai carabinieri ad andare in Prefettura a Pavia per dare spiegazioni e per chiarire se quel che raccontano i richiedenti asilo sia vero o no.
Nel frattempo arriva anche il sindaco di Catelletto di Branduzzo (l’Hotel infatti ricade nel suo Comune, pur essendo qui a tutti gli effetti a Bressana Bottarone).
Antonio Lo Verso conferma la precarietà del sistema dell’accoglienza dei profughi nella zona e la precarietà delle condizioni di alcuni. Dice di aver visto dei giovani rovistare nei cassonetti dei vestiti usati. E racconta di quando il suo messo è andato per chiudere il coperchio di un “cassonetto lasciato aperto” e dentro ci ha trovato un profugo.
Il primo cittadino critica duramente la Prefettura e il Governo per come gestiscono la questione profughi, poi si mette al telefono per cercare una soluzione ad una questione che sembra sfuggita di mano.
La grande tensione iniziale con il passare dei minuti si stempera, i profughi rientrano nel cortile dell’Hotel ma la loro agitazione resta palpabile. Si è in attesa che qualcuno faccia qualcosa.
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