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RETORBIDO 20/05/2016: Pirolisi. Meno 2 alla grande manifestazione contro la realizzazione del maxi impianto di recupero pneumatici. In migliaia alla ex Valdata per chiedere alla Regione di non autorizzarlo

Maggio 20
09:08 2016

RETORBIDODomenica 22 maggio 2016 la Bressana-Salice una delle arterie principali che collegano la pianura dell’Oltrepo pavese con le sue colline e la sua montagna sarà interrotta dalle ore 15 alle ore 20 dalla rotonda ex Brasilia fino a Rivanazzano. Il provvedimento è stato preso perchè nel comune di Retorbido si terrà un evento eccezionale nella storia recente del Comune e del territorio circostante.

Domenica 22 maggio a Retorbido, nei campi attorno all’ex impianto della Valdata, si terrà la grande manifestazione di popolo indetta dal Comitato Rispettiamo e Valorizziamo il Territorio – SalviAMO l’Oltrepò, per chiedere alla Regione il rigetto dell’autorizzazione per creare nell’ex fornace, un impianto per lo smaltimento di pneumatici fuori uso (“100 tonnellate al giorno, per un totale di 32.000 tonnellate all’anno, pari a circa il 10% della produzione nazionale”, precisa il Comitato), attraverso il processo di “pirolisi”.

Processo bollato dalla popolazione come “un vero e proprio inceneritore, che andrebbe a inserirsi in uno scenario naturale ed agricolo totalmente avulso da insediamenti industriali di questa portata”.

Ad affiancare e sostenere i cittadini domenica ci saranno esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo di rilievo internazionale. Dal Premio Nobel per la letteratura Dario Fo a Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, fino al professore-cantante Roberto Vecchioni.

IL PROGRAMMA

Ad aprire il raduno, come segno di accoglienza del territorio per il territorio e i suoi ospiti, il gruppo folk locale Enerbia accompagnato da ballerini di danze della tradizione. Tra gli interventi dell’evento ci saranno quelli messi in scena dalla compagnia teatrale Oltreunpo’, veri e propri interpreti delle ragioni della popolazione e animatori del Comitato attraverso spettacoli itineranti sullo scottante argomento.

Prima della chiusura a cura dei portavoce del Comitato, la band Il Moro eseguirà alcuni brani musicali.

“Presso gli info-point adeguatamente allestiti sarà disponibile materiale informativo sull’impianto e chi non lo avesse ancora fatto, potrà aggiungere la propria firma alle quasi 20mila già siglate dai cittadini che si oppongono all’impianto”, precisano gli organizzatori, che poi spiegano anche punto per punto il perche del no.

LE RAGIONI DEL NO

L’impianto è dimensionato per trattare circa 100 tonnellate al giorno di PFU, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Ciò significa, tra l’altro, un transito eccezionale di camion su una strada” a ridosso delle colline che risulta distante parecchi chilometri da arterie di viabilità consone al traffico di alta frequenza.

2) L’impianto è assolutamente SPERIMENTALE (…e non innovativo come si intende farlo passare) e pertanto dovrebbe essere ricompreso nelle categorie di attività di cui all’art. 6, comma 13 del D.lgs  152/06, ossia soggetto a vincoli limitativi per accertarne la sicurezza.

3) Il D.lgs 133/2005 in materia di INCENERIMENTO di rifiuti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 163 del 15/ 07/2005 supplemento ordinario n. 122, all’art. 2 specifica quanto segue: impianto di

INCENERIMENTO “qualsiasi unità od attrezzatura fissa o mobile destinata al trattamento termico di rifiuti ai fini dello smaltimento con o senza recupero di calore dalla combustione. Sono compresi in questa definizione l’incenerimento mediante ossidazione dei rifiuti nonché altri processi di TRATTAMENTO TERMICO quali la PIROLISI ed il processo al plasma”. Inoltre, è previsto un abbattimento con filtri a carbone attivo che è una caratteristica tipica degli INCENERITORI, e le emissioni dell’impianto vengono messe a confronto con quelle limite previste dalla Direttiva CE relativa agli inceneritori di rifiuti;

4) L’impianto non è in linea con quanto stabilito in sei Direttive Ue, tra cui la 2008/98/CE, che prevede una drastica riduzione delle emissioni da inceneritori e che entro il 2020 sarà necessario abbandonare le politiche di “incenerimento” puntando su una raccolta differenziata al 65-70%, perché se si comparano costi, opportunità di lavoro, impatto ambientale e accettazione della popolazione, tutto è favorevole alle quattro R “Riduzione, Recupero, Riciclo, Riuso”.

5) L’area di intervento è individuata all’interno del corridoio primario della RER (Corridoio Primario

– RETE ECOLOGICA REGIONALE) – deliberazione n. 8 /10962 del 30/12/2009. All’interno dell’area RER sono quindi da evitare le trasformazioni che possono compromettere le condizioni esistenti di naturalità e/o funzionalità ecosistemica (connettività ecologica, produzione di biomasse in habitat naturali). Tra l’altro la localizzazione prevista ricade nelle adiacenze di due corsi d’acqua (Staffora e Rile) tutelati in quanto “Corsi d’acqua di rilievo idrobiologico”

6) La Regione Lombardia cerca di distinguersi nel proporre contenuti innovativi per la TUTELA DELL’AMBIENTE. Infatti con DGR n. 1266 del 24/01/2014 ha approvato le “linee guida per la componente salute pubblica degli studi di impatto ambientale ” ai sensi dell’art. 12, comma 2 del Regolamento Regionale 21 novembre 2011. Approvare l’impianto entra in contraddizione con

questo orientamento.

7) Questo progetto mediante trattamento termico (540° – 560°) basato sul processo di pirolisi NON È COMPATIBILE con il D.lgs 152/2006 “Norme in materia ambientale” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14/04/2006 supplemento ordinario n. 96;

8) L’impianto proposto, stoccando centinaia di tonnellate di pneumatici, oli di sintesi e solventi

(tutti altamente infiammabili) rientra nell’ambito degli stabilimenti a RISCHIO INCIDENTI RILEVATI e le aree circostanti sono estremamente vulnerabili e penalizzanti per tutto il territorio circostante con un concreto rischio di degrado e compromissione ambientale.

9) In base al PRINCIPIO DI PRECAUZIONE (art. 191 del Trattato di Maastricht – sul funzionamento dell’Unione Europea) si rendono necessari 3 elementi che non risultano accertati alle carte dei proponenti:

a) identificazione dei potenziali rischi

b) una valutazione scientifica realizzata in modo rigoroso

c) la mancanza di una certezza scientifica che permetta di escludere ragionevolmente la presenza

di rischi identificati;

10) Per quel che riguarda le EMISSIONI DI SOSTANZE INQUINANTI in atmosfera la documentazione presentata dalla società proponente presenta una serie di carenze tecniche che sollevano molti dubbi sulle previsioni di impatto ambientale che lo stesso proponente ha fornito.

In particolare in relazione all’impatto sulla salute si rileva che i dati sugli inquinanti emessi non  sono supportati nè da certificati relativi ad impianti analoghi (non risultano essere in funzione in Italia ed Europa impianti simili), né tanto meno da calcoli specifici che comprovino senza ombra di dubbio l’efficacia della tecnologia proposta (i dati sugli inquinanti e sulle emissioni sono stati condotti con sistema modellistico);

11) Nel PIANO DI MONITORAGGIO è previsto solo il monitoraggio delle polveri totali, mancano indicazioni circa importanti microinquinanti quali PCB, idrocarburi clorurati cancerogeni, IPA, metalli pesanti e altre sostanze tossiche;

12) Non si fa accenno alcuno al fenomeno ed alla problematica del bioaccumolo e quindi alle

ripercussioni a medio-lungo termine a livello di SALUTE ed AMBIENTE.

13) La IET afferma che “.….l’impianto sarà realizzato in un’area a vocazione industriale senza

interessare aree agricole produttive di particolare pregio”.

Questa affermazione – spiega il Comitato – è falsa in quanto delle oltre cento aziende agricole presenti nel raggio di due chilometri dall’area dell’impianto una decina ha avuto riconoscimenti, nazionali ed anche internazionali, sul versante qualitativo per i settori vitivinicolo, cerealicolo e orticolo. L’affermazione è quindi fuorviante e svilisce il lavoro fatto da generazioni di agricoltori che nei secoli hanno mantenuto un territorio e dato lavoro e valore aggiunto alla nostra zona.

14) L'”OPZIONE ZERO” (ovvero la passibilità di non realizzare l’impianto) non viene neanche considerata, in mancanza di pirolisi il Consorzio ECOPNEUS procederebbe tranquillamente secondo i tre obiettivi specifici che da anni si è posto, applicando il trattamento A FREDDO della frantumazione degli pneumatici ed evitando problemi ambientali e sanitari al territorio:

A) sviluppare le applicazioni in impianti sportivi;

B) stimolare l’uso della gomma riciclate nella realizzazione di asfalto

C) favorire la produzione di arredi di gomma

15) L’impianto sorgerebbe a meno di 100 metri dalla GREENWAY, primo tratto di un percorso verde che si sviluppa lungo la ex ferrovia Voghera-Varzi. L’intervento pubblico è costato 800mila euro cofinanziati da Regione Lombardia.

16) L’area attorno alla zona in cui si vuole far sorgere l’impianto è a vocazione ecoturistica e destinata da oltre cento anni al turismo termale. .

“Si può tranquillamente affermare che la realizzazione di questo impianto causerebbe impatti invasivi al territorio circostante – Conclude il comitato -, non solo dal punto di vista ecologico, ambientale e paesaggistico, ma rilevante nocumento anche dal punto di vista economico”.

 

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