VARZI 04/03/2016: Ilva. La Provincia rigetta la richiesta di AIA. L’attività produttiva non riprenderà mai più. Alla società ora si impone la bonifica del sito
VARZI – La provincia di Pavia ha rigettato definitivamente la richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) presentata a suo tempo dall’acciaieria Ilva. A seguito di ciò l’attività produttiva dello stabilimento varzese non riprenderà mai più e la società ora dovrà bonificare del sito. Dal dicembre 2008, a Varzi, tutti gli impianti produttivi dell’Ilva sono fermi, anche se nel 2012 l’Azienda aveva presentato domanda di rinnovo dell’AIA .
“Tuttavia – spiega Piazza Italia – nessuna comunicazione di ripresa o cessazione dell’attività è mai pervenuta da parte della Ditta. Come pure non hanno mai avuto riscontro alcuno le ulteriori e più recenti richieste di aggiornamento inviate dalla Provincia di Pavia alla Ditta. Da qui il mancato accoglimento e l’automatica archiviazione dell’istanza di rinnovo presentata nel 2012 dall’ILVA con l’imposizione alla Società del ripristino del sito”.
Daniele Bosone, Presidente della Provincia di Pavia:
“Non è stato facile arrivare a questo diniego, ma c’è una forte volontà di riqualificazione dell’area industriale per seguire una nuova vocazione che il territorio sta sempre più assumendo. E’ in corso una riconversione culturale, oltre che economica, verso una direzione sempre più agro ambientale”.
La ditta ha ora 45 giorni di tempo per inoltrare, all’Autorità Competente, ad ARPA ed al Comune, un Piano di Indagine Ambientale dell’area a servizio dell’insediamento all’interno del quale dovranno essere codificati tutti i centri di potenziale pericolo per l’inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque superficiali e/o sotterranee quali, ad esempio, impianti ed attrezzature, depuratori a presidio delle varie emissioni, aree di deposito o trattamento rifiuti, serbatoi interrati o fuori terra di combustibili o altre sostanze pericolose e relative tubazioni di trasporto, ecc.., documentando i relativi interventi programmati per la loro messa in sicurezza e successivo eventuale smantellamento.
“L’area tornerà in sicurezza per un nuovo inizio, per una economia più aderente alla vocazione della Valle – ha sottolineato l’Assessore Paolo Gramigna – . Ecco perché il diniego dell’AIA è un atto tecnico con una forte valore politico in pieno rispetto delle linee di mandato di questa amministrazione che ha sempre perseguito l’idea di uno sviluppo della green economy”.
Il piano in capo all’Azienda dovrà:
- identificare ed illustrare i potenziali impatti associati all’attività di chiusura;
- programmare e temporizzare le attività di chiusura dell’impianto comprendendo lo smantellamento delle parti impiantistiche, del recupero di materiali o sostanze stoccate ancora eventualmente presenti e delle parti infrastrutturali dell’insediamento;
- identificare eventuali parti dell’impianto che rimarranno in sito dopo la chiusura/smantellamento motivandone la presenza e l’eventuale durata successiva, nonché le procedure da adottare per la gestione delle parti rimaste;
- verificare ed indicare la conformità alle norme vigenti all’atto di predisposizione del piano di dismissione/smantellamento dell’impianto;
- indicare gli interventi in caso si presentino condizioni di emergenza durante la fase di smantellamento.
- prevedere idonea investigazione delle matrici ambientali tesa a verificare il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di siti inquinati e comunque di tutela dell’ambiente.
“Siamo di fronte ad un cammino non breve – conclude il Vice Sindaco di Varzi, Roberto Antoniazzi – che oggi vede mettere un punto fermo su una vicenda che da anni si sta protraendo. Sul futuro dell’ex area industriale le idee e i progetti sono tanti, dovremo sfruttare tutti i finanziamenti possibili”.
Commenti