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PAVIA 29/02/2016: Donna oltrepadana ricoverata e curata al San Matteo. “Il mio pubblico grazie a medici infermieri e operatori tutti”. Parla il padre di una 40enne

Febbraio 29
13:57 2016

VOGHERA – Alcuni giorni di malessere generale, quella botta alla mano che non guarisce e poi all’improvviso un febbrone a quaranta. E’ iniziato così il calvario di una giovane donna residente in Oltrepo pavese, calvario terminato soltanto grazie al ricovero nel Policlinico di Pavia. A distanza di alcuni giorni dalla dimissione i familiari della quarantenne vogliono ringraziare fare il San Matteo.

“Vogliamo assolutamente che la gente sappia che non va tutto male in questa nostra Italia. Che esistono ancora istituzioni funzionanti e che si sono persone con grandi doti umane”. A parlare è Luigi Perotti, personaggio noto in l’Oltrepo per essere stato a lungo comandante del distaccamento Pompieri di Voghera.

La vicenda che lo ha portato a fare i ringraziamenti, rigorosamente pubblici, alla sanità pavese scoppia a cavallo tra il 2015 e l’anno nuovo, quando la figlia, 40enne, comincia a percepire un malessere generale. Nella speranza che tutto passi la donna però non ci fa troppo caso e tenta di curarsi a casa. Le cose anziché migliorare però peggiorano. Senza sapere il perchè i dolori si fanno sempre più diffusi e profondi. Poi arriva la perdita dell’appetito e in pochi giorni il peso e le forze se ne vanno.

I genitori, che per qualche tempo la assistono sperando anch’essi in un malanno passeggero, insieme al medico di famiglia decidono di ricoverarla, al San Matteo: dove inizia uno straordinario tour de force di esami e controesami per capire cosa stava succedendo.

Due settimane dopo la donna è tornata a casa: è ancora debole ma la via della guarigione per lei è imboccata.

Ora di quelle due settimane piene di paure e speranze vuole parlare il padre, per ringraziare il Policlinico della competenza e dell’umanità trovate.

“Alla fine alla mia ragazza non è stato trovato nulla di grave. Fortunatamente non è stata riscontrata nessuna delle gravi patologie inizialmente sospettate (si pensava anche a qualche forma di leucemia) – racconta Luigi Perotti -. Questo però non cambia l’importanza di quanto fatto dall’ospedale”.

“Mia figlia – continua a raccontare l’ex vigile del fuoco – per cause in via di definizione aveva perso le difese immunitarie, e al Policlinico in pochissimi giorni sono stati in grado di capirlo e di prospettare un percorso di guarigione. Di ciò, io e mia moglie, non possiamo che esserne grati, sia al professor Lorenzo Minoli, sia al personale del reparto di Malattie infettive, sia a tutto il San Matteo”.

A colpire questo padre che stava precipitando nella disperazione per le sorti della figlia è la professionalità “tecnica” e l’umanità riscontrate nella sanità del capoluogo pavese.

“Sono stati tutti bravissimi, gentili e umani – dice Perotti . Tutti si sono letteralmente buttati con dedizione sul caso di mia figlia. Gli hanno fatto tutti gli esami possibili, compreso il prelievo del midollo osseo”.

“Tutta l’equipè stata molto cortese – insiste il padre -, ogni giorno ci avvertivano dei passi che avrebbero fatto. Ogni giorno ci tenevano informati degli esami che svolgevano. A mia figlia hanno fatto anche delle trasfusioni, sempre informandola e sempre tranquillizzandola”.

Il San Matteo è stato efficiente a 360 gradi.

“Tutto è stato perfetto, sin dall’inizio – tiene a precisare Perotti -. Sin dal momento del ricovero: quando, agitato e in confusione, sono stato accolto con professionalità e delicatezza, prima da un’impiegata dello sportello, poi dal dottor Novati, che in pochi minuti leggendo la ricetta ha trovato un posto letto nel reparto adeguato. Ogni cosa è stata perfetta nel corso della degenza, sin nei minimi particolari: i medici permettevano persino a noi familiari di accompagnare nostra figlia nell’ambulanza durante gli spostamenti. Oramai la gente pensa solo a denunciare le cose brutte – conclude Luigi Perotti -. Dando quelle belle per scontate. Io invece voglio dire a tutti, non solo che il positivo c’è ancora. Ma che la professionalità delle strutture, come il San Matteo, e l’umanità dei suoi operatori (medici infermieri, operatori in genere) vanno ringraziate e segnalate”.

 

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