STRADELLA 13/08/2015: Profughi. Il centro di accoglienza divide la città. Alcuni cittadini aiutano la Croce Rossa. Altri protestano. Il sindaco, che ha voluto la struttura, è categorico: “Rispondo solo alla mia coscienza”
STRADELLA – Il centro di accoglienza migranti voluto in città dall’Amministrazione comunale in accordo con la Prefettura – allestito all’interno di un capannone privato lungo la via Emilia (ed un cui sono già arrivati 36 immigrati) – continua a far discutere gli stradellini ma non solo.
Ieri sera, per la terza volta, fuori dai cancelli della “Struttura temporanea di accoglienza” (così la chiama la Prefettura) si è svolta la manifestazione contraria all’iniziativa da parte di Casa Pound. Un presidio svoltosi con l’esposizione di striscioni e l’accensione di fumogeni.
Proteste arrivano anche dalla Lega Nord, che per domani alle 18 ha indetto un’altra manifestazione (insieme a CasaPound) cui potrebbe partecipare il leader Matteo Salvini e che prevede un corteo fino al Municipio.
Sul centro di accoglienza anche la città si divide, a fronte di cittadini propensi ad avere il campo di accoglienza (e che stanno dando un mano), altri non ne vogliono sapere di avere decine e decine, se non centinaia, di migranti vicino e chiedono pari attenzioni ai problemi dei residenti e degli italiani in genere.
Fra i favorevoli al Centro c’è il sindaco Piergiorgio Maggi. Il primo cittadino periodicamente tiene informati i cittadini sulla situazione.
“Lo “status” dei migranti è quello di richiedenti asilo, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. La questura sta definendo le procedure per il rilascio di permessi temporanei di soggiorno – spiega Maggi -. I migranti provengono tutti dalla Libia, al di là dello loro varie etnie; quindi anche migranti del bangladesh, che erano operai al lavoro in quella nazione”.
Il sindaco spiega anche che “sono liberi di muoversi sul territorio, hanno l’obbligo giornaliero di firma e devono rientrare nella struttura prima della mezzanotte”.
“Diversi di loro – inoltre – collaborano a tener pulita la struttura, servizi igienici e docce comprese, oltre ai lavori che si rendono necessari nella struttura stessa”.
Confermando che molti cittadini e associazioni non sono preoccupati, Maggi spiega che chi vuole rendersi utile deve “contattare prima la CRI, che gestisce la struttura”.
Sulla decisione di fare in città un Centro infine Maggi è categorico. “Sull’accoglienza e sulla emergenza umanitaria il mio pensiero è noto e rispondo solo alla mia coscienza”.
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