VOGHERA 01/03/2012: “Ok ai farmaci generici. Ma per evitare problemi alla terapia non saltate continuamente da una marca all’altra”. L’allarme-appello ai pazienti da due medici vogheresi. Appello anche ai farmacisti sulle modalità di vendita di queste medicine
VOGHERA – “Sì ai farmaci generici ma sceglieteli bene per evitare danni alla salute”. L’appello alla popolazione arriva da Filippo Giorgi e Giorgio Monti, due medici di base vogheresi impegnati a risolvere una problematica che negli ultimi anni, con la proliferazione del numero dei generici in commercio; e soprattutto con l’introduzione di una nuova norma, ha subìto un aggravamento.
In parte qualche cittadino di queste ‘novità’ se ne è già accorto, sebbene in modo indiretto: è diventato infatti più frequente uscire dalle farmacie senza il medicinale richiesto o vedersi rimandare la consegna in un momento successivo. Ma questa è solo una conseguenza secondaria della questione.
“Il problema vero sta a monte – spiegano i due medici –, nel fatto che, a parità di principio attivo, la legge dà ampia libertà ai produttori dei generici, sia nell’uso degli eccipienti (le sostanze necessarie a dar forma e consistenza fisica alle medicine nrd.), sia nella cosiddetta formulazione, la tecnologia utilizzata per produrre il farmaco”. “Quel che in realtà succede – proseguono Giorgi e Monti –, è che a parità di principio attivo, forti differenze negli eccipienti e nella formulazione, come sta accadendo in Italia, modificano in modo significativo l’effetto terapeutico del farmaco sul paziente (la cosiddetta Biodisponibilità). Cambiando eccipienti e formulazione – esemplificano i due medici –, cambiano i modi ed i tempi di assorbimento del principio attivo. Una farmaco ad esempio può essere assorbito nell’intestino piuttosto che nello stomaco. Oppure può fare effetto presto o molto più tardi. Tutto ciò provoca, soprattutto in determinate patologie croniche (si parla di ipertensione,, diabete, malattie cardiache e neurologiche ecc ecc ndr. ), ricadute significative sulla cura della malattia”.
Il problema, come detto, si è aggravato con l’entrata in commercio di moltissimi “generici” per lo stesso principio attivo, tanto che, a detta dei medici, non è più così infrequente trovarsi di fronte a pazienti che, magari alla ricerca del generico che costa meno, ogni mese si trovano di fatto a fare una terapia diversa.
“La regola assoluta da seguire – sollecitano dunque i medici vogheresi – è che i generici sono una giusta scelta. Ma è importante che si prenda sempre lo stesso farmaco prodotto dalla stessa casa farmaceutica”.
Un appello che Giorgi e Monti, non senza note polemiche, estendono pure ai farmacisti.
Non solo perchè sono loro a dispensare le medicine, ma perchè la nuova normativa ha cambiato i rapporti fra le due categorie. I medici infatti (sulla base del D.l. 24 gennaio 2012, n. 1) in ricetta ora devono indicare se il farmaco prescritto può essere “sostituibile” oppure “non sostituibile” con un altro generico oppure con quello originale. Mentre i farmacisti, da un lato sono obbligati a dare il farmaco scritto in ricetta e dichiarato “non sostituibile” (da qui la possibilità, come dicevano all’inizio, per il cittadino di dover tornare a ritirare la specifica medicina in un secondo momento, qualora cioè la farmacia, vista la grande quantità di farmaci generici commercio, ne sia sprovvista). Dall’altro, in assenza di una precisa indicazione in ricetta (dicitura “sostituibile”), come recita la legge, gli stessi farmacisti, salvo diversa richiesta del paziente, sono tenuti a “fornire il medicinale equivalente generico avente il prezzo più basso”.
Il problema nasce a questo punto, perchè i medici sempre più spesso indicano in ricetta il generico preciso che il paziente deve assumere.
“Questo fatto ci sta creando qualche problema con i farmacisti – dicono Filippo Giorgi e Giorgio Monti –. La nostra però è una scelta fatta per la sicurezza dei pazienti: nel tempo infatti ci siamo accorti che ai pazienti venivano vendute medicine generiche aventi lo stesso principio attivo ma di marche spesso diverse, magari scelte solo sulla base delle proprie forniture. Comportamento – precisano i medici – del tutto legale ma che non tenendo conto della Biodisponibilità non può più essere tenuto”.
Da qui un secondo appello. “Anche le farmacie, così come i pazienti – concludono Monti e Giorgi – dovrebbero sincerarsi che il cliente assuma sempre lo stesso identico farmaco generico”.
Ed i farmacisti cosa dicono? Sul tema abbiamo sentito il presidente dell‘Ordine dei farmacisti della Provincia di Pavia. “Se il medico non permette di somministrare farmaci diversi, il farmacista si attiene alla prescrizione. In questo caso se il farmaco non è subito disponibile lo procuriamo nel più breve tempo possibile – dichiara Roberto Braschi -. In caso diverso le medicine vengono scelte all’interno di una lista di trasparenza regionale. Comunque sia – conclude Braschi – cerchiamo di collaborare al massimo con i medici per ridurre i disagi alla popolazione”.
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