VARZI 24/01/2012: Cinghiali. Nell’assemblea scoppia la guerra tra agricoltori e cacciatori. La Valle Staffora è divisa in due sul piano provinciale che permette agli agricoltori di abbattere direttamente i capi. Dopo i cinghiali toccherà ai caprioli
VARZI – Cinghiali, la Provincia vara il piano d’emergenza ma la decisione divide la Valle Staffora. Di qua gli agricoltori (cui Piazza Italia ha dato il potere di uccidere direttamente gli animali). Di là i cacciatori (che in questo modo si vedono sottrarre le prede da un nuovo inedito concorrente).
Le divisioni sono emerse in tutta la loro profondità durante la presentazione del piano di abbattimento
varato dalla Provincia, organizzata a Varzi dalla Coldiretti.
Il ‘succo’ della divisione lo ha spiegato un esponente della
Coldiretti. “L’avvistamento di mangiatoie abusive e l’immissione di animali provenienti da allevamenti – ha detto Gianluca Marchesi
– dimostrano che l’elevato numero dei cinghiali è frutto di
manomissioni da padre dell’uomo”. Accompagnato da scroscianti
applausi, Marchesi ha detto quello che tutti sapevano ma che nessuno
aveva mai osato dire: che i cinghiali in Oltrepo sono tanti perchè i
cacciatori ne tengono artificialmente alto il numero.
Una verità che gli agricoltori della Valle non possono più sopportare da quando il sovrannumero degli animali è divenuto effettivo e costante ostacolo al loro lavoro.
A difendere le ragioni dei cacciatori l’altra sera ci ha provato il
presidente dell’Ambito territoriale caccia di Varzi.
Domenico Buscone, ha bocciato il piano
dicendo in sostanza che bastava affidare l’abbattimento ai
cacciatori, e che inoltre era sufficiente estendere il periodo di
caccia. Ma il suo intervento è stato duramente contestato.
Massimamente critici con i cacciatori, gli agricoltori della Valle, e primo fra loro il presidente Coldiretti Giuseppe Ghezzi (che ha dato un vero ‘out out’ alla Provincia) come risposta hanno messo in dubbio, sia la correttezza degli abbattimenti programmati (“i 1.300 del 2011 sono solo quelli denunciati… e chiudiamo qui il discorso…”, ha detto minaccioso
Ghezzi a Buscone), sia il mancato funzionamento degli abbattimenti su
richiesta (“noi abbiamo chiamato ma nessuno è venuto” ha detto
invece Marchesi mostrando alcune richieste scritte).
A mettere (per il momento) fine ai litigi ci ha pensato il presidente della Provincia Daniele Bosone, accompagnato dall’assessore Lasagna, che ha chiuso il discorso sottolineato la natura sperimentale del
provvedimento.
Dove invece nessuno si è mostrato in disaccordo è sulla necessità di uccisione dei cinghiali. In particolare il presidente Bosone ha reso noto che in Oltrepo sono stati censiti circa 9mila capi e che la zona ne può sostenere meno della metà.
Dalla platea poi sono arrivate sollecitazioni ad intervenire sul fronte dei caprioli. In particolare a sollevare la questione sono stati i produttori di frutta, danneggiati dal passaggio di questi animali. Il presidente della Provincia ha rassicurato la platea dicendo che sarà affrontata anche questa problematica (insieme a quella delle nutrie, dei corvi e dei piccioni), senza nascondere però che in questo caso sarà più
difficile dar vita ad una soluzione come quella scelta per i cinghiali (basata sulla soppressione in massa dei capi) in quanto “occorrerà tener conto dell’effetto ‘bambì’ sulla popolazione”.
Durante l’incontro l’assessore provinciale all’Ambiente Alberto
Lasagna, oltre ad aver illustrato il piano anti cinghiali e la sua logica (“vogliamo garantire sia gli agricoltori che i cacciatori… ma un’attività non può schiacciare l’altra” ha detto), ha annunciato la revisione del
piano Faunistico provinciale, peraltro scaduto, e controlli degli
allevamenti di cinghiali presenti all’interno di aree private.
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