VARZI 16/01/2012: Cinghiali. Scontro agricoltori cacciatori. Coldiretti “pretendiamo che i praticanti capiscano le necessità di chi lavora e presidia il territorio”
VARZI – Anche a seguito degli incidenti d’auto, negli ultimi mesi la questione del
numero dei cinghiali è diventata predominante per la popolazione e
per gli operatori agricoli dell’Oltrepo pavese, in particolare della Valle Staffora.
Il problema ha spinto le associazioni
degli agricoltori a chiedere un intervento forte ma soprattutto
immediato alla Provincia. Gli agricoltori, che nel frattempo hanno
raccolto più di 3.000 firme, hanno domandato a Piazza Italia un
massiccio piano di abbattimento dei capi.
Oltre a ciò però, come a rendersi
conto che il problema rischierebbe di non giungere ad una soluzione
vera e duratura, gli stessi agricoli hanno preso posizione contro i
cacciatori, che se da un lato possono essere loro d’aiuto grazie
all’uccisione dei cinghiali, dall’altro sono all’origine del
problema… in quanto foraggiano, allevano e ripopolano, gli
ungulati per averne sempre a disposizione.
Questa consapevolezza degli agricoltori
emerge dalle recenti dichiarazioni di alcuni esponenti della
Coldiretti
In una lettera parte
all’Amministrazione Provinciale,
Gianluca Marchesi,
membro di Giunta del sodalizio se da un lato dice “che è
necessario ed urgente intervenire” per risolvere “il disagio
creato dagli animali selvatici ed in particolar modo dai cinghiali”;
dall’altro denuncia che “la loro presenza ha raggiunto ormai quote
preoccupanti” e che “gli interessi sportivi ed
economici di alcune persone, non possono essere fatti a spese
dell’agricoltura locale e della sicurezza stradale di tanti”.
Più
avanti Marchesi, fra l’altro, nota ancora che “l’avvistamento di
mangiatoie abusive,
collocate in zone escluse alla caccia e magari l’immissione
di animali provenienti da allevamenti,
il dato non ancora definitivo che indica in 1300 le unità abbattute
nella scorsa stagione venatoria, dimostrano chiaramente che: in primo
luogo questi numeri non sono frutto di una riproduzione
della specie fatta solo per mano di madre natura…”.
Stessa chiarezza,
e durezza, contro i cacciatori, l’ha mostrata anche il presidente
della Coldiretti Giuseppe Ghezzi, che nel chiedere interventi
concreti alla Provincia, dice “Capiamo le esigenze dei cacciatori
ma pretendiamo che anche i praticanti e le associazioni di
quello che, alla fine, rimane un sport, capiscano le necessità di
chi lavora e presidia il territorio”.
L’ultima
parola sulla questione cinghiali (ed altri animali: come le
nutrie, i corvi ed i piccioni, altre bestie per le quali la
Coldiretti ha chiesto piani di abbattimento) la dirà la Provincia,
che per parte sua è chiamata a contemperare gli interessi di molti
soggetti, certamente gli agricoltori ma anche i cacciatori e non da
ultimi gli animalisti, che voglio evitare che il conto ultimo, come
purtroppo spesso accade, venga pagato solo dalle bestie, a
volte anche pericolose ma certamente sempre innocenti e perciò
meritevoli di rispetto e tutela.
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